«Confidiamo che, con buona pace dei fabbricatori di polemiche, il Presidente Conte questa lettera l’abbia letta. Vedremo se vorrà dare delle risposte. La palla adesso è nelle mani del Premier, dipende solo da lui. Le risposte le deve all’Italia, non a Italia Viva».

Questo è quanto ha scritto questa mattina il senatore del contado fiorentino, Matteo Renzi, sul proprio profilo social con l'intento di promuovere il contenuto della sua ultima "enews", natalizia, in cui continua ad incalzare il premier Conte sulla questione Mes e Recovery Fund... mentre nello stesso momento il presidente del Consiglio incontrava la delegazione del suo partito, Italia Viva, a Palazzo Chigi.

«Hanno scritto che vogliamo poltrone», sottolinea Renzi nella enews. «Hanno scritto che siamo irresponsabili. Hanno scritto che facciamo tattica. Hanno scritto, ma, come spesso accade, non hanno letto. Non l’hanno letta, la nostra lettera a Giuseppe Conte. Altrimenti avrebbero scoperto che in quelle poche pagine non si parla né di poltrone, né di rimpasti. Si parla di come utilizzare i fondi più ingenti della storia del Paese per farci crescere, per diminuire la disoccupazione, per far rifiorire le aziende, per dare speranze ai nostri ragazzi...»

Il problema di Renzi è che lui non vuole capire che gli italiani hanno ormai da tempo compreso quali siano le sue priorità e pertanto, nonostante le sue acrobazie retoriche, finiscono immancabilmente per filtrare le sue parole "alte" al setaccio della passata esperienza politica che lo ha visto alla guida del Pd e del Paese e finiscono immancabilmente per trovare, in quel che rimane, poco o nulla di buono che sia realmente destinato a loro.

Quello di Renzi è prima di ogni altra cosa un problema di credibilità. Di fronte agli italiani l'ha perduta da tempo, ma lui sembra o fa finta di non averlo capito... almeno nelle dichiarazioni pubbliche.


Tornando alla cronaca spicciola, gli "italiani vivi" che si sono recati a Palazzo Chigi per incontrare Conte per parlare del Recovery Fund sono stati Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, Ettore Rosato, Davide Faraone e le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Renzi era assente.

In base a quanto riportato da alcune agenzie citando non meglio precisate fonti di Palazzo Chigi - un classico - la delegazione renziana avrebbe preso qualche giorno per esaminare la documentazione che è stata presentata loro nel corso dell’incontro. Entro lunedì faranno pervenire le loro opinioni, così come anche gli altri partiti.


Ma le dichiarazioni della ministra Bellanova prima della riunione fanno capire che la precedente aggressività di Italia Viva nei confronti di Conte sia ormai già un ricordo:

«È positivo che si parli di contenuto. Non si parla più di task force, non ci sono emendamenti in legge di bilancio sulla task force. Iniziamo a lavorare per dare risposte alle emergenze...Se continuano ad esserci 9 miliardi sulla sanità, perché non si riflette sulla possibilità di mettere in campo i 36 miliardi del Mes che hanno anche meno condizionalità del Recovery?»

La tracotanza e gli ultimatum dei giorni scorsi sono scomparsi... A Renzi devono essere arrivate le parole di Mattarella poco propenso a nuove alleanze o forse quelle di Zingaretti che di nuovi ulteriori Governi ha detto di non volerne sapere e che, in caso di crisi, l'unica strada rimarrebbe quella del voto.

Renzi ci ha provato e sicuramente continuerà a provarci... gli oltre 200 miliardi di Next Generation Eu sono carote per lui irresistibili, ma è ancora abbastanza lucido per capire che, stando agli ultimi sondaggi, dopo le selezioni politiche, se si celebrassero oggi, dovrebbe cambiare il nome del suo partito da Italia Viva in Italia Morta.

Per questo, i suoi ma di pancia, quelli che lui definiva crisi di Governo fino a pochissimi giorni fa, adesso sono già un ricordo.