Cresce ancora occupazione in Italia anche nel 2025. E' il segno tangibile che le politiche del governo su lavoro e occupazione funzionano, a tutti i livelli e soprattutto con contratti a tempo indeterminato. 145 mila nuovi occupati a gennaio 2025, il più grande incremento dal 2004, 513 mila in più negli ultimi 12 mesi, con una crescita significativa che ha coinvolto uomini e donne, dipendenti stabili, contratti a termine e lavoratori autonomi. Sono i dati provvisori sull’occupazione presentati da Istat.

Il numero complessivo di occupati ha raggiunto il record storico di 24 milioni e 222 mila persone, con un tasso di occupazione che ha raggiunto il 62,8%. Questo risultato ha portato anche a una riduzione di disoccupati (-9 mila) e inattivi (-146 mila), segno di un recupero importante nella partecipazione al mercato del lavoro. Il dato positivo più rilevante riguarda i dipendenti permanenti, che sono aumentati di 702 mila unità rispetto al gennaio 2024, insieme a un incremento di 41 mila autonomi. Sebbene i contratti a termine abbiano visto un calo di 230 mila unità, il panorama generale rimane positivo. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%, con una flessione anche del tasso di disoccupazione giovanile, che è passato al 18,7%, con un miglioramento di 0,3 punti.

Tuttavia, l’occupazione non ha beneficiato uniformemente tutte le fasce di età. La crescita è stata particolarmente significativa tra gli over 50, con 133 mila unità in più rispetto al mese precedente e un incremento del tasso di occupazione di 0,7 punti percentuali.

Questa fascia di età ha visto una crescita quasi totale degli occupati rispetto all’anno passato, con ben 481 mila occupati in più, che costituiscono il 94% dell’incremento totale. Il mercato del lavoro sembra quindi favorire chi ha più esperienza, confermando l’importanza di politiche per la permanenza degli over 50 nel sistema lavorativo. Nel confronto internazionale, la disoccupazione nell’area euro è rimasta stabile al 6,2%, ma è calata rispetto al 6,5% dell’anno precedente, segno di una tendenza positiva, anche se la disoccupazione giovanile resta alta (14,1%), con paesi come la Germania che hanno implementato modelli di formazione duale di successo, sistema che l’Italia sta cercando di rilanciare.

A questi dati già positivi va aggiungersi quella sulle politiche attive finanziate con i fondi del PNRR, che hanno prodotti risultati più che positivi. Su 3,2 milioni di persone coinvolte nel programma di Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) di questi oltre 2 milioni sono stati coinvolti da almeno una politica attiva ( 61,8%) e superano di poco il milione quelli che hanno avviato un rapporto di lavoro. Anche in questo caso smentendo come spesso accaduto quando si parla di PNRR, le tante Cassandre che parlavano già, qualche mese fa, di fallimento della misura.