Il Consiglio dei Ministri riunitosi mercoledì 28 dicembre a Palazzo Chigi aveva all'ordine del giorno, tra le altre cose, un decreto legge con "disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori e la semplificazione procedimentale in materia di immigrazione".

"Il Consiglio dei ministri", come riporta il comunicato di Palazzo Chigi "su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.Le disposizioni mirano a contemperare l'esigenza di assicurare l'incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quella di tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica, in conformità alle previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay, del 1982.A tal fine, si declinano le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare.Inoltre, si disciplinano più compiutamente gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, facendo salvo il principio di salvaguardia dell'incolumità delle persone presenti a bordo, senza far venire meno l'esercizio della potestà sanzionatoria rispetto alla commissione di illeciti.Si compie una scelta a favore di un sistema sanzionatorio di natura amministrativa, in sostituzione del vigente sistema di natura penale; in tale quadro si prevedono, oltre alla sanzione pecuniaria, il fermo amministrativo della nave (contro il quale è ammesso ricorso al prefetto) e, in caso di reiterazione della condotta vietata, la confisca della stessa, preceduta dal sequestro cautelare.Analoghe sanzioni si prevedono qualora il comandante e l'armatore della nave non forniscano le informazioni richieste dall'autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformino alle indicazioni impartite da quest'ultima".

In pratica, nella nota, non è riportato niente di concreto, né di intellegibile su flussi migratori e procedure burocratiche per gli immigrati. Pertanto, vediamo quali sono nella sostanza i "dispetti" che il governo dei post-fascisti si è inventato a supporto della propria propaganda per come, di seguito, sono stati riassunti dal Corriere.

Per quanto riguarda il soccorso in mare delle navi delle ong...

Secondo il nuovo regolamento «il transito e la sosta in territorio nazionale sono comunque garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l'assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità». Le operazioni di soccorso devono essere «immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si svolge l'evento e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni delle predette autorità». 

I requisiti

Le navi che effettuano «in via non occasionale attività di ricerca e soccorso in mare devono: 

  1. avere i requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali;
  2. aver avviato tempestivamente iniziative volte ad acquisire le intenzioni di richiedere la protezione internazionale; 
  3. aver richiesto all'Autorità SAR competente, nell'immediatezza dell'evento, l'assegnazione del porto di sbarco;
  4. il porto di sbarco individuato dalle competenti autorità è raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso;
  5. devono fornire alle autorità per la ricerca e il soccorso in mare italiane, ovvero, nel caso di assegnazione del porto di sbarco, alle autorità di pubblica sicurezza, le informazioni richieste ai fini dell'acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata delle fasi dell'operazione di soccorso effettuata;
  6. le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave non devono aggravare situazioni di pericolo a bordo né impedire di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco;
  7. nel caso di operazioni di soccorso plurime, le operazioni successive alla prima devono essere effettuate in conformità agli obblighi di notifica e non devono compromettere l'obbligo di raggiungimento, senza ritardo, del porto di sbarco.

 Le sanzioni 

  • Se si violano le regole «si applica al comandante della nave la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000. La responsabilità solidale si estende all'armatore e al proprietario della nave». 
  • Alla contestazione «della violazione consegue l'applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per due mesi della nave utilizzata per commettere la violazione. L'organo accertatore, che applica la sanzione del fermo amministrativo, nomina custode l'armatore o, in sua assenza, il comandante o altro soggetto obbligato in solido, che fa cessare la navigazione e provvede alla custodia della nave a proprie spese».  
  • Contro il fermo amministrativo della nave «è ammesso ricorso, entro sessanta giorni dalla notificazione del verbale di contestazione, al Prefetto che provvede nei successivi venti giorni».
  • In caso di reiterazione della violazione «commessa con l'utilizzo della medesima nave, si applica la sanzione amministrativa accessoria della confisca della nave e l'organo accertatore procede immediatamente a sequestro cautelare».
  • Quando il comandante della nave o l'armatore «non fornisce le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniforma alle indicazioni della medesima autorità si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 10.000. Alla violazione consegue l'applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per venti giorni della nave utilizzata per commettere la violazione. In caso di reiterazione della violazione, la sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo è di due mesi. 


Lavoratori stranieri

Non è stata invece approvata la parte di normativa che avrebbe dovuto semplificare le procedure: «Il nulla osta è rilasciato in ogni caso qualora, nel termine indicato, non sono state acquisite dalla questura le informazioni relative agli elementi ostativi». Se poi si dimostra che non ci sono i requisiti viene disposta «la revoca del nulla osta e del visto, la risoluzione di diritto del contratto di soggiorno, nonché la revoca del permesso di soggiorno». 

Corsi di formazione

  • È consentito «il rilascio del visto di ingresso e del permesso di soggiorno per lavoro subordinato allo straniero che supera un corso di formazione organizzato nei limiti delle richieste, anche nominative, di assunzione comunicate allo sportello unico per l'immigrazione dai datori di lavoro tramite le associazioni di categoria del settore produttivo interessato». 
  • I lavoratori «sono ammessi al corso qualora non sono state acquisite dalla questura le informazioni relative agli elementi ostativi. La domanda di visto di ingresso è presentata, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla conclusione del corso ed è corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro». 
  • Se emergono elementi ostativi «consegue la revoca del visto, la risoluzione di diritto del contratto di soggiorno, nonché la revoca del permesso di soggiorno».


Che cosa si è inventato il sottoposto di Salvini (il ministro dell'Interno Piantedosi) per soddisfare i desiderata di chi lo ha messo in quella poltrona? Una serie di condizioni incontrollabili e inapplicabili sulla condotta delle navi delle ong, salvo quella di impedire più soccorsi in mare contemporaneamente.

Pertanto, il solo scopo di questo decreto è avere come obiettivo quello di diminuire le capacità di soccorso delle navi umanitarie.

"L'interruzione delle nostre missioni dopo ogni soccorso, anche se numericamente piccolo e l’immediato ritorno a terra", ha commentato Hermine Poschmann, membro del direttivo di Mission Lifeline, "si tradurrà inevitabilmente in un aumento dei costi del carburante e in molto tempo perso".

Le navi delle ong, dopo un salvataggio, saranno poi indirizzate verso porti del centro-nord in modo da diminuire ulteriormente le loro capacità di intervento.

Con che risultato? 

Quello di aumentare il numero di coloro che annegheranno durante le traversate nel Mediterraneo e tutto questo per abbassare l'attuale percentuale  del 15% relativa agli arrivi in Italia di migranti sbarcati da navi delle ong... il 15%!

In questo sprecano il loro tempo i post-fascisti del governo Meloni a dir loro supportati da Dio, rosari,  vangeli e cuore immacolato della beata  vergine Maria.

E c'è gente che riesce pure a prenderli sul serio... a partire dal capo dello Stato che naturalmente, come sempre fatto in passato, firmerà anche questo ennesimo scempio, salvo poi lavarsi la coscienza con un bel discorso di cordoglio alla prima occasione.

Viva l'Italia.