Davanti alla sede del MSI di Acca Larenzia, oggi rinata come sede di Fratelli d'Italia, anche quest'anno si sono commemorati i fascisti uccisi in quel luogo il 7 gennaio 1978: i militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, oltre a Stefano Recchioni rimasto ucciso successivamente nei disordini con le forze dell'ordine che seguirono all'attentato.
Mentre si svolgeva la cerimonia, un passante ha urlato ai presenti: "Viva la Resistenza. Merde". Per questa ragione, è stato immediatamente fermato e identificato dalla polizia. Naturalmente, se avesse sfilato mostrando il saluto fascista al grido di viva i camerati, è facile credere che nessun rappresentante delle forze dell'ordine avrebbe avuto qualcosa da obiettare.
E a proposito di camerati non va dimenticata la polemica che ha visto protagonista il (post) camerata Rocca, presidente della regione Lazio, nei confronti del Comune di Roma, colpevole di aver rimosso da Acca Larenzia una targa di meloniana nemoria che ricordava i ter neofascisti "assassinati" incolpandone "l'odio comunista" e "i servi dello Stato", cioè le stesse forze dell'ordine cui oggi la stessa premier rende omaggio un'ora sì e l'altra pure.
Il guaio di quella targa? Che era firmata "i camerati"... tanto per non lasciar spazio a dubbi.
Il (post) camerata Rocca ha poi in parte digerito l'affronto perché dopo poche ore, nello stesso luogo, è spuntata un'altra targa in sostituzione, seppur in memoria del solo Recchioni ma sempre a firma dei "camerati", stavolta piantonata da alcuni (post) fascisti... a scanso di equivoci.
Naturalmente, anche quest'anno non è poi mancata la solita adunata dei soliti fascisti, con tanto di saluto romano:
In questo caso, non risulta che quelli che Meloni ha definito in passato "servi dello Stato" abbiano provveduto ad identificare tutti coloro che hanno palesemente violato norme e Costituzione con una manifesta apologia del fascismo.
Adesso, i (post) camerati in Parlamento (e quelli a stipendio nei giornali e nelle tv) il 22 febbraio sono chiamati a commemorare, nel 45° anniversario del suo assassinio, il 19enne Valerio Verbano, barbaramente ucciso dai fascisti a casa sua. Un omicidio per cui nessun fascista ha finora pagato.