Per decenni del Pil cinese ha viaggiato a ritmi poderosi, che in occidente sono stati avvicinati in passato durante il periodo del boom economico.

Tuttavia, il sistema economico di Pechino sta andando incontro a un profondo cambiamento, e ben presto dovrà riformulare la propria struttura in modo radicale.

La crescita cinese sta però esaurendo la sua spinta. Tra i motivi la migrazione dalle campagne alle megalopoli con la conseguente enorme disponibilità di forza lavoro a basso costo e l’apertura agli investimenti esteri non la sostengono più.

Anche la Cina si trova a dove far fronte a sacche di disoccupazione in alcune aree, mentre gli investimenti esteri iniziano a preferire il vicino Vietnam. Pertanto, la Cina sta progressivamente occidentalizzandosi anche in tema di garanzie e diritti e, nel tempo, in modo fisiologico anche il Pil inzierà a scendere su valori intorno al 2-3% quando le cose andranno bene.

Pertanto, la Cina, è inevitabile, rallenterà la crescita. La domanda, però, è che quando questo accadrà come influenzerà la crescita degli altri Paesi che sulla Cina finora avevano fatto affidamento per rimpolpare i loro dati macroeconomici che comunque rimangono pressoché asfittici?