All'Angelus di domenica 5 marzo, papa Francesco, visibilmente commosso, oltre a ricordare le vittime della strage ferroviaria in Grecia, ha parlato anche dei migranti annegati nel naufragio a pochi metri dalla costa della Calabria:
"Esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle e rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere".
Incapace di dare risposta a chi chiede chiarezza per sapere che cosa sia accaduto nelle ore che hanno preceduto il naufragio e come sia stata presa in carico la segnalazione di Frontex che per prima ha avvistato la barca, la presidente del Consiglio Meloni, la stessa che ha licenziato l'omicida decreto flussi, adesso utilizza quanto detto dal Papa come conferma che siano solo i trafficanti a dover essere ritenuti gli unici responsabili dell'accaduto:
"Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni.Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare".
Una bella faccia tosta da parte di Meloni, dopo aver voluto una legge che fa di tutto per ostacolare i soccorsi in mare e dopo che quanto accaduto a Steccato di Cutro dimostra quali ne siano le conseguenze.