Ascoltato Vincenzo Marino, il pentito ha diviso la cella con il presunto killer.

In aula, durante il processo al 30enne nigeriano Innocent Osenghale, il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino ha rivelato le confessioni che Osenghale gli ha fatto sull’omicidio di Pamela Mastropietro.

La giovane, 18enne romana, è stata trovata morta a Macerata il 31 gennaio del 2018. Una morte orribile quella di Pamela, il suo aguzzino non si è limitato alle due coltellate, ma ha anche smembrato il suo corpo mentre era ancora viva, e poi lo ha riposto in due valigie. Queste le agghiaccianti dichiarazioni rilasciate dal testimone Marino.

Innocent Osenghale è accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere, distruzione, stupro, violenza sessuale, vilipendio ai danni di una persona in condizioni di inferiorità psicofisica.

L’accusato ha sempre negato di aver ucciso Pamela, secondo la sua testimonianza la giovane è morta di overdose, allo stesso tempo ha ammesso di aver fatto a pezzi il suo corpo. All’epoca dei fatti, furono messi agli arresti anche due connazionali di Osenghale: Lucky Desmond e Awelima Lucky, in seguito scagionati per l’accusa di omicidio.

Stefano Giardini un ex finanziere arrestato per truffa e che ha condiviso anche lui la cella con il presunto assassino, nell’ultima udienza del processo ha smentito la testimonianza del collaboratore di giustizia Vincenzo Marino. Giardini esclude che Osenghale abbia fatto delle confidenze al pentito, in aula ha dichiarato che il nigeriano gli ha rivelato che Pamela è morta per droga, e che la sua principale preoccupazione era che la moglie non scoprisse il rapporto sessuale avuto con la giovane.

Indagati per violenza sessuale su una persona in condizioni di incapacità mentale sono anche i due uomini che diedero un passaggio a Pamela dopo che lei fuggì dalla comunità.