L'organizzazione internazionale protezione animali (OIPA), in un proprio comunicato ha reso noto di aver presentato ricorso al TAR contro l'ordinanza di cattura dell'orsa KJ2.
Lo scorso 22 luglio un'orsa ha attaccato un uomo che stava passeggiando con il cane a Terlago, nella zona dei laghi di Lamar, in Trentino.
Due giorni dopo, senza neppure aver avviato un'indagine per accertare oggettivamente lo svolgimento dei fatti, e pertanto non è stato ancora possibile stabilire se l’orsa fosse o meno con i cuccioli e se sia stata o meno provocata con un bastone, la Provincia Autonoma di Trento (PAT) ha emanato in seguito all’episodio un'ordinanza di cattura o uccisione dell'orsa.
Per l'OIPA, però, "non ci sono prove reali che l’orsa sia problematica secondo i criteri del PACOBACE." Pertanto, il provvedimento sarebbe quindi illegittimo e, per tale motivo, è stato presentato il ricorso al TAR per chiederne l'annullamento.
«Con il ricorso miriamo ad ottenere una sospensione dell’ordinanza che interrompa la caccia all’orsa – sottolinea Massimo Comparotto, Presidente OIPA Italia Onlus – ma anche a dare un segnale forte alla Provincia che la induca a tornare sui suoi passi e iniziare a gestire Life Ursus così come avrebbe dovuto essere gestito fin dall’inizio, mettendo al primo posto tutte le politiche finalizzate ad una pacifica convivenza uomo-orso, non come un esperimento sfuggito di mano del quale disfarsi.»
Sempre in base a quanto sostiene l'OIPA, la linea d’azione della Provincia Autonoma di Trento mette a repentaglio il benessere e la sopravvivenza stessa degli orsi che popolano il Trentino dopo l’avvio del progetto Life Ursus, nato con il supporto dell'Unione Europea per il ripopolamento dell'orso bruno nelle Alpi italiane, mostrando di non avere interesse nel capire le reali dinamiche degli episodi in cui sono avvenuti ferimenti di persone, spesso caratterizzati da condotte non in linea con le norme di prevenzione divulgate (seppur tardivamente e in modo non intensivo) dalla stessa PAT.