Giovedì, l'agenzia ANF ha confermato attacchi e contrattacchi tra esercito turco e truppe siriane nel governatorato di Idlib.

Insieme ai mercenari jihadisti, l'esercito turco ha sferrato un attacco contro truppe siriane nei pressi di Al Nerab, località che si trova tra Idlib e Saraqib, occupata dall'esercito siriano solo pochi giorni fa.

Dopo i bombardamenti nella notte i militari turchi, intorno a mezzogiorno hanno iniziato un attacco con carri armati e armi pesanti. L'attacco è stato confermato anche all'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR) con sede a Londra.

Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa turco, nell'attacco i siriani avrebbero patito numerose perdite di vite umane e armamenti, tra cui quella di cinque carri armati, due mezzi corazzati per il trasporto truppe, due pickup e un obice.

Per contrastare l'attacco, i siriani hanno chiamato in appoggio l'aviazione russa che, insieme a quella siriana, ha bombardato le zone intorno a Qimenas, Til Misebin e Ariha, Shehirnas e Horte.


Nella totale indifferenza, almeno mediatica, in Medio Oriente si stanno creando i presupposti per l'inizio di una guerra di cui nessuno può prevedere le conseguenze. Responsabile di questa situazione, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ormai sembrerebbe aver deciso di lasciare da parte ogni prudenza per completare quello che già aveva iniziato: l'invasione del nord della Siria.

Erdogan, negli ultimi anni, ha giocato su più fronti. Adesso, dopo gli insulti iniziali con il presidente americano, ha trovato negli Usa di Trump un valido "guardaspalle" che lo asseconda nel suo progetto espansionistico a danno della Siria. Contemporaneamente, Erdogan sembra essersi dimenticato della strettissima alleanza con Mosca, sancita tra l'altro con l'acquisto di un sistema di difesa anti aereo che ha mandato su tutte le furie i membri della Nato, di cui la Turchia fa parte.

Il presidente turco, che in precedenza aveva inviato un ultimatum al governo siriano intimandogli di non intervenire nel governatorato di Idlib, mercoledì scorso ha affermato che un'invasione turca della Siria era imminente e inevitabile e che l'invasione avrebbe "posto fine" alle operazioni militari siriane a Idlib. 

La dichiarazione di Erdogan non è una minaccia a vuoto. Infatti, secondo quanto riportano fonti locali, la Turchia sta ammassando le proprie truppe nel distretto di Reyhanli, a ridosso del confine con la Siria, di fronte al governatorato di Idlib.

Nel caso di invasione, come reagirebbe la Siria? Sicuramente vi farebbe fronte, ma non certo da sola, perché non ne avrebbe la forza e, pertanto, chiamerebbe in soccorso la Russia. Sulla possibilità di un intervento da parte di Mosca, questo è quello che ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov: "Non aspettiamoci che lo scenario peggiore diventi realtà", sottolineando che "se ci fosse un'operazione contro le legittime forze armate siriane, sarebbe sicuramente lo scenario peggiore". 

Petkov ha poi ricordato che Mosca e Ankara hanno negoziato un accordo sulla Siria a Sochi nel 2018, aggiungendo però che "abbiamo smesso di esserne soddisfatti dopo che militanti e gruppi terroristici hanno lanciato offensive contro le forze armate siriane e le strutture militari russe nel territorio di Idlib".

E a Washington che cosa dicono? Jonathan Hoffman, portavoce del Pentagono, conferma che la minaccia di una guerra tra Turchia e Russia è reale, senza però aggiungere cosa stiano facendo gli Stati Uniti per evitarla e, nel caso scoppi, come reagirebbero. Da parte sua, Trump ha rilasciato dichiarazioni a sostegno di Erdogan, aggiungendo che i due Paesi stanno lavorando congiuntamente.


Secondo l'edizione turca dell'Independent, Ankara avrebbe già informato la NATO dei suoi piani per invadere la Siria, chiedendo ai Paesi membri di imporre una "no fly zone" in determinate aree prima dell'offensiva. Dato che gli aerei da guerra russi offrono un supporto aereo alle truppe siriane in tutta la regione, ciò equivarrebbe a chiedere alla NATO di abbattere gli aerei russi perché non minaccino le truppe turche.

In quest'ottica, secondo Bloomberg News, la Turchia avrebbe chiesto a Washington batterie di missili Patriot da utilizzare contro gli aerei militari russi.

Infine, da non dimenticare che se la Russia dovesse rispondere ad una offensiva turca contro la Siria, la Turchia potrebbe invocare l'articolo 5 del trattato di alleanza della NATO per costringere l'America e le potenze europee a dichiarare guerra alla Russia. In base a tale norma, gli stati membri dell'alleanza sono vincolati ad entrare in guerra se un altro stato membro viene aggredito militarmente.