Lunedì 20 maggio è scaduta la convenzione di Radio Radicale con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Martedì, si discuteva l'ammissibilità degli emendamenti al DL Crescita. In uno di questi si chiedeva la proroga per estendere di altri 6 mesi la convenzione con il Mise, per un valore di tre milioni e mezzo di euro, per la trasmissione delle dirette delle sedute parlamentari.

La proroga doveva servire perché nel frattempo il ministero istituisse un bando per la realizzazione dei servizi adesso garantiti da Radio Radicale. Ma così non è stato.

Infatti, le commissioni Bilancio di Camera e Senato hanno dichiarato inammissibile l'emendamento presentato dalla Lega. Altri emendamenti analoghi, proposti da altre forze politiche, sono stati bocciati. I gruppi di Lega e Pd hanno presentato ricorso contro la dichiarazione di inammissibilità.

Questa la dichiarazione dell'Associazione Stampa Romana: "La decisione delle Commissioni bilancio e finanze della Camera è molto grave. L’emendamento era stato proposto dalla Lega. Il Parlamento certifica in questo modo la fine del rapporto con una emittente che ha dimostrato nei fatti di svolgere autentico servizio pubblico con evidenti conseguenze sociali e occupazionali. Invitiamo i colleghi alla mobilitazione e sosteniamo Radio radicale perché non chiuda le trasmissioni e faccia sentire forte e chiara la sua voce".