La Conferenza di Monaco sulla sicurezza (Munich Security Conference, MSC) ovvero Conferenza sulla politica di sicurezza internazionale si tiene ogni anno a Monaco di Baviera dal 1963 e fu istituita su iniziativa dell'editore tedesco Ewald-Heinrich von Kleist-Schmenzin. Sino al 2008 era denominata Conferenza di Monaco sulla politica di sicurezza (Munich Conference on Security Policy), il suo motto è: «La pace attraverso il dialogo» (Peace through Dialogue). 

Nella terza e ultima giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2024, il più grande raduno al mondo nel suo genere, che si è svolta all’Hotel Bayerischer Hof, si è levato, tra gli altri, l'avvertimento dell'alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri Josep Borrell secondo il quale l'Unione Europea dovrebbe essere più unita se vuole un ruolo in Medio Oriente. Senza una prospettiva chiara per il popolo palestinese non ci sarà pace in Medio Oriente, purtroppo, però non sembra esserci neppure una visione precisa tra gli stati membri dell’Unione. Diplomatici, esperti e politici si sono avvicendati nella tre giorni di incontri su sicurezza globale e politica estera alla conferenza di Monaco di Baviera divisi sul da farsi per risolvere le crisi in Ucraina e Medio Oriente. 

Anche il Presidente in esercizio dell’OSCE, Ministro degli Affari esteri, europei e del commercio di Malta Ian Borg, ha partecipato all’edizione di quest’anno della Conferenza insieme a leader globali, politici ed esperti per discutere le urgenti sfide alla sicurezza internazionale.

In una serie di proficui incontri a margine della Conferenza, il Presidente in esercizio ha incontrato vari illustri rappresentanti degli Stati partecipanti all’OSCE, tra cui:  il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il Presidente della Serbia Aleksandar Vučić, il Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan, Primo Ministro del Kosovo Albin Kurti, Ministro degli Affari Esteri dell'Armenia Ararat Mirzoyan, Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e della Diaspora del Kosovo Donika Gërvalla-Schwarz, Ministro degli Affari Esteri dell'Azerbaigian Jeyhun Bayramov, Ministro degli Affari Esteri della Serbia Tanja Miščević, Ministro degli Affari Esteri dell'Armenia Ararat Mirzoyan, Segretario per i Rapporti con gli Stati e l'Organizzazione Internazionale della Santa Sede Mons. Paul Richard Gallagher, Ministro per l'Europa e gli Affari Esteri dell'Albania Igli Hasani, Ministro degli Affari Esteri del Liechtenstein Dominique Hasler, Ministro degli Affari Esteri dell'Armenia Georgia Ilia Darchiashvili, Ministro degli Affari Esteri di Andorra Imma Tor Faus e Ministro degli Affari Esteri e dell'Integrazione Europea della Repubblica di Moldova Mihai Popșoi.

Nel corso di tali incontri, il Ministro Borg ha condiviso l'impegno della Presidenza maltese per salvaguardare i principi enunciati nell'Atto finale di Helsinki e nella Carta di Parigi con una visione volta a rafforzare la resilienza e rafforzare la sicurezza in tutta la regione dell'OSCE.

Nel corso della Conferenza, il Presidente in esercizio ha partecipato a un dibattito nel corso del quale ha condiviso riflessioni sul ruolo dei paesi neutrali nel contesto internazionale. “Dalla prospettiva di un paese neutrale, la diplomazia non è semplicemente uno strumento di politica estera ma un principio fondamentale che ne guida le interazioni sulla scena globale. Nel caso di Malta, il nostro costante impegno a favore del dialogo e della diplomazia è stato alla base della nostra decisione di assumere all’ultimo momento la presidenza dell’OSCE in carica, prestando anche servizio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha affermato il Ministro Borg.

Poiché la pace resta minacciata in un mondo segnato da dinamiche geopolitiche in evoluzione, da complesse minacce alla sicurezza e da incertezze globali, la partecipazione del Presidente in esercizio dell’OSCE alla Conferenza  di Monaco ha ribadito l’impegno dell’Organizzazione a sostenere i principi della sicurezza cooperativa.

Il Ministro Borg, ha sottolineato che “l’OSCE continua a fornire una piattaforma per il dialogo, promuovendo la stabilità e la cooperazione e rafforzando la sicurezza nei e tra i suoi Stati partecipanti. La Presidenza maltese dell’OSCE ha sintetizzato il proprio impegno volto a rafforzare la resilienza e le capacità dell’Organizzazione di rispondere in modo efficace e flessibile all’evoluzione del panorama della sicurezza”.

La partecipazione del Presidente in esercizio alla Conferenza ha garantito che l’approccio unico dell’OSCE sia integrato nei dibattiti internazionali sulla sicurezza, promuovendo un dialogo più inclusivo ed efficace sulla pace e sulla stabilità. Con tale concetto globale di sicurezza che abbraccia le dimensioni politico-militare, economica e ambientale e umana, l’OSCE rimane un foro cruciale per il dialogo e la creazione di consenso tra i suoi Stati partecipanti.

Secondo il Rapporto sulla sicurezza di Monaco 2024, in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e di crescente incertezza economica, molti governi non si concentrano più sui benefici assoluti della cooperazione globale, ma sono sempre più preoccupati di guadagnare meno di altri. Nei Paesi del G7- secondo tale rapporto- si percepiscono gli attacchi informatici come il secondo rischio più grande dopo gli eventi meteorologici estremi.

Il Rapporto ha esplorato le dinamiche “perdita-perdita” che verrebbero stimolate se sempre più governi dessero priorità ai profitti relativi piuttosto che impegnarsi in una cooperazione a somma positiva continuando a investire in un ordine internazionale che, nonostante i suoi evidenti difetti, può ancora contribuire a far crescere la proverbiale torta per il beneficio di tutti. Il rapporto ha stimolato, inoltre, il dibattito su come i partner transatlantici e gli stati che la pensano allo stesso modo possano trovare un equilibrio tra due difficili esigenze: prepararsi a un ambiente geopolitico molto più competitivo, in cui il pensiero dei guadagni relativi è inevitabile, rilanciando il tipo di cooperazione per raggiungere soluzioni ai pressanti problemi globali che difficilmente possono essere raggiunti. 

Interessante l’intervento del ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un incontro a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco con la controparte ucraina Dmytro Kuleba: “La Cina non venderà armi letali alle parti di un conflitto” ha detto il ministro cinese e ha sottolineato che la Cina non venderà armi ad alcuna delle parti coinvolte nella guerra in Ucraina e non trae alcun vantaggio dalla situazione”.

La Repubblica Popolare Cinese starebbe, inoltre, subendo – secondo Wang Yi-  le accuse degli Stati Uniti e dei paesi occidentali per non aver condannato Mosca per la guerra con l’Ucraina e per aver rafforzato il partenariato strategico con la Russia nel corso del conflitto. Wang Yi nel corso del suo tour europeo si è recato in Spagna, Francia e Germania evitando accuratamente l’Italia che non ha sottoscritto il MoU sulla Via della Seta.