Dopo che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per "rendere possibile" un maggiore afflusso di aiuti umanitari a Gaza, nella Striscia si sono intensificati i bombardamenti da parte israeliana.

Così sono ancora decine i civili palestinesi uccisi questo mercoledì dai raid dell'IDF che stavolta hanno colpito in particolar modo i campi profughi di Bureij e Al-Maghazi, oltre a quello di Al-Nuseirat.

Sotto il fuoco dell'artiglieria, anche le aree a est della città di Rafah, Al-Fokhari e le aree orientali di Khan Yunis nel sud della Striscia di Gaza.

Anche il nord è sotto il fuoco israeliano, in particolare i quartieri di Al-Shuja'iya e Al-Tuffah,  oltre alle aree di Al-Saftawi, Jabalia al-Balad, Beit Lahia e Beit Hanoun, in pratica, né il nord, né il centro, né il sud della Striscia possono essere considerate zone sicure.

Oltretutto, l'IDF, per la settima volta consecutiva dal 7 ottobre, ha tagliato le comunicazioni e Internet nella Striscia di Gaza, rendendo praticamente impossibile la lettura del codice con cui, di volta in volta (nel caso vengano lanciati) l'esercito israeliano comunica le zone da evacuare... una messinscena tanto grottesca quanto ridicola, visto che in base a tale strategia la polazioen di Gaza dovrebbe essere sempre in movimento zigzagando da una zona all'altra della Striscia.


Ma il genocidio è in atto anche in Cisgiordania.

Sei i giovani palestinesi uccisi all'alba di mercoledì da un drone israeliano che ha bombardato il campo di Nour Shams, a est di Tulkarem. Altri sono stati feriti. Avevano dai 17 ai 29 anni, mentre un 15 enne è in condizioni critiche. 

Il bombardamento è avvenuto in concomitanza con il secondo raid sulla città portato nell'arco di 24 ore. Il corrispondente dell'agenzia WAFA ha ha riferito che una parete dei militari israeliani, con  veicoli militari e bulldozer, ha preso d'assalto la città da ovest e un'altra da est.

Dopo averla circondata, gli israeliani hanno preso d'assalto numerose case di cittadini in vari quartieri del campo, in particolare nelle aree di Al-Manshiya, Al-Mahjar, Al-Joura, Al-Damj e Jabal Al-Nasr,  con perquisizioni, violenze e distruzioni, mentre i bulldozer radevano al suolo le infrastrutture nelle strade principali del campo, nella sua piazza e nel quartiere di Al-Manshiya. Sono state arrestate anche 12 persone, portando il numero degli arresti effettuati in Cisgiordania dal 7 ottobre a 4.795.


Contemporaneamente, Israele sta bombardando giornalmente anche il sud del Libano, dove nelle scorse ore, a Bint Jbeil, sono state uccise tre persone, cui una era un combattente di Hezbollah, mentre le altre due vittime sono il fratello e la cognata del combattente.