"Abbiamo ritenuto opportuno - scrive in una nota il Movimento 5 stelle - richiedere un’informativa urgente al ministro delle Infrastrutture Salvini riguardo ad Anas e al suo sistema di consulenza e di gestione degli appalti pubblici.Quanto emerge dalle cronache giudiziarie delle ultime ore è abbastanza preoccupante, e non riguarda soltanto il presidente della Inver Tommaso Verdini: incontri tra imprenditori sarebbero avvenuti in bar e ristoranti anche con politici o esponenti di vertice del Mef.Bisogna che il Parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgono Anas, perché una delle principali stazioni appaltanti del paese non può venire coperta da certe ombre. E’ fondamentale un’operazione chiarezza da parte del ministro, in particolar modo in riferimento ad un eventuale coinvolgimento di membri del governo e funzionari pubblici.Ogni ambiguità va fugata immediatamente".

Non sono trascorse neppure 24 ore e quella che era una possibilità si è già trasformata in sospetto. Allora vediamo che cosa riportano le cronache giudiziarie. 

La prima notizia d'interesse è che nell'inchiesta sarebbe coinvolto anche il padre di Tommaso Verdini, l'ex senatore Denis, attualmente (anche lui) agli arresti domiciliari per i reati di corruzione e turbativa d'asta.

Gli indagati - riferisce l'Ansa riportando un passaggio dell'ordinanza del gip di Roma che ha disposto i domiciliari per 5 persone, compresi i Verdini - hanno agito con grande spregiudicatezza. I fatti sono gravi ed attuale è il pericolo di reiterazione del reato. Le condotte sono avvenute in epoca recente, nell'estate/autunno del 2022 e si sono protratte fino ad aprile/maggio del 2023 (epoca a cui risalgono gli ultimi pagamenti alla Inver dei fittizi incarichi di consulenza). Nonostante le indagini in corso e le perquisizioni del luglio dello scorso anno, gli imprenditori [oggetto dell'indagine] hanno continuato a coltivare e sostenere il rapporto illecito con i Verdini e di conseguenza con i pubblici ufficiali confermati in Anas, limitandosi ad accorgimenti formali e documentali.

Il Fatto ha pubblicato l'ordinanza integrale con gui il Gip di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per l'inchiesta in corso, ricordando che se l’emendamento Costa dovesse diventare legge il documento, come tutte le future ordinanze, non potrebbe essere più a disposizione dei giornalisti e della pubblica opinione.

Che cosa si ricava, in breve, dal documento?

Secondo i pm, Paolo Veneri e Luca Cedrone, all’epoca dei fatti il primo dirigente e il secondo funzionario della Direzione Appalti e Acquisti di Anas, fornivano a Fabio Pileri, socio di minoranza di Tommaso Verdini nella società di consulenza Inver, fornivano informazioni riservate sulle gare Anas "per favorire gli imprenditori interessati alla gara legati alla Inver [e in cambio] accettavano la promessa di utilità da parte dei privati Tommaso Verdini, Fabio Pileri e Denis Verdini consistite nel loro intervento e raccomandazioni in sedi politiche ed istituzionali (tra gli altri presso Massimo Bruno, Chief Corporate Affair Officer di Ferrovie dello Stato, presso Diego Giacchetti, neo direttore delle risorse umane e gestione del personale di ANAS) per la conferma in posizioni apicali di Anas o comunque la ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati".

Sull'altro versante, gli imprenditori pagavano la Inver per informazioni ricevute fatturando consulenze che la Procura ha ritenuto fittizie. Un indagato ha versato 137 mila euro tra luglio 2021 e aprile 2023, un altro 114 mila tra il luglio 2021 ed il febbraio 2023... ma c'è anche chi  pagava in nero e in natura con opere edilizie realizzate presso la proprietà di Denis Verdini.

Sono poi gli stessi indagati a dichiararsi colpevoli dei reati che gli vengono imputati!

"Le frasi proferite da Pileri ad un interlocutore sconosciuto - ha scritto il Gip - all’indomani delle perquisizioni eseguite dalla Finanza l’11 luglio 2022 sono emblematiche: 'Secondo me la posizione mia è la peggiore di tutti. … Bisogna prepararsi e bisogna tira' fuori Tommaso (Verdini, ndr) da 'sta cosa e per tirarlo fuori, però non comando io, mi devo accollare tutto quanto io, non ci stanno cazzi che tengono sennò portano dentro tutti e due… l’impianto è molto chiaro, io facevo certe cose… questa è corruzione in cambio di posti …".

Da stabilire adesso quali possano essere i coinvolgimenti politici visti i legami tra Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, con la famiglia Verdini.