Nel secondo trimestre del 2023, l'economia italiana ha registrato una flessione del Pil del -0,3% rispetto al trimestre precedente. Questo il risultato dell'andamento del prodotto interno lordo espresso in valori concatenati con l'anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, per il periodo aprile - giugno..

Il dato negativo, dal punto di vista congiunturale, è parzialmente "addolcito" in termini tendenziali, visto che nel raffronto con lo stesso periodo temporale del 2022 il Pil è visto dall'Istat in aumento del +0,6%.

Guardando l'andamento in questi termini, si può affermare che l'economia italiana ha continuato a mostrare una crescita sostenuta nel lungo periodo.

Invece, dal punto di vista congiunturale il calo nel PIL del secondo trimestre è stato influenzato principalmente dalla diminuzione del valore aggiunto sia nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia nel settore industriale, mentre il comparto dei servizi ha mostrato un lieve aumento dell'Iva, contribuendo a mitigare la flessione registrata.

Sotto l'aspetto della domanda, il calo è stato determinato principalmente dalla componente nazionale (al lordo delle scorte), mentre la componente estera netta ha fornito un apporto nullo.

La variazione acquisita per il 2023 è pari al +0,8%, mentre quella registrata nel primo trimestre era del +0,9% registrato nel primo trimestre dello stesso anno.

L'Istat evidenzia che i dati diffusi oggi rappresentano una valutazione preliminare dell'andamento dell'economia italiana nel secondo trimestre del 2023 e potrebbero essere soggetti a successive revisioni.