Questo, riportato dall'Ansa, quanto dichiarato dal cardinal Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, alla Conferenza sull’accoglienza ai rifugiati ucraini in Polonia, in corso a Varsavia presso l’Università Cardinale Stefan Wyszyński:

"La pace è un cantiere aperto a tutti. ... Non possiamo accettare che le vittime civili – che sono la maggioranza in ogni guerra – siano considerate danni collaterali, come ha notato con dolore Papa Francesco incontrando gli ambasciatori presso la Santa Sede l’8 gennaio scorso. Ecco perché vale la pena scendere per un attimo nei rifugi in Ucraina e ascoltare i lamenti e le preghiere delle donne e dei bambini che vi trascorrono la notte durante i bombardamenti. La loro sofferenza, spesso nascosta nelle ferite profonde del cuore, chiede l’impegno di tutti perché trovino consolazione e protezione", trasformando poi la sofferenza in azione.

Per il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati Zuppi è solo "un parolaio". In un recente passato ha rifiutato il dialogo con la famiglia di un prete sposati senza lavoro, ignorando le sue richieste di aiuto per essere reintegrato nel lavoro dopo aver subito in Emilia Romagna diffamazioni e calunnie.