L'Istat ha reso noti i dati sull'occupazione a febbraio 2017. Nel mese scorso, la stima degli occupati è pressoché identica a quella di gennaio, mantenendosi su livelli prossimi a quelli dei quattro mesi precedenti.

L'occupazione giovanile continua a fornire valori preoccupanti, mentre aumenta solo quella tra gli ultracinquantenni. Inoltre, a febbraio, tra i lavoratori dipendenti, sale il numero di lavoratori a termine, mentre cala quello dei lavoratori a tempo indeterminato e restano stabili gli indipendenti. Il tasso di occupazione è stabile al 57,5%.

Nel trimestre dicembre-febbraio si registra una lieve crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,1%, pari a +14 mila), determinata però dall'aumento dei dipendenti a termine, relativo soprattutto alle donne ed è particolarmente accentuato nelkl aclasse di età degli ultracinquantenni.

A febbraio si registra, rispetto a gennaio 2017, anche un forte calo tra le persone in cerca di occupazione con un -2,7%, pari a -83 mila. Il calo interessa sia gli uomini che le donne ed è più accentuato tra i 15-24enni e gli over 50. Come conseguenza, il tasso di disoccupazione scende all'11,5% (-0,3 punti percentuali), con quello giovanile che cala di -1,7 punti, attestandosi al 35,2%.
Il dato è tutt'altro che positivo perché significa che nuovamente in Italia sta aumentando il numero degli scoraggiati che, oltre ad essere disoccupati, hanno smesso di cercare lavoro.

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell'ultimo mese è in crescita (+0,4%, pari a +51 mila). L'aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio.

Nel trimestre dicembre-febbraio alla lieve crescita di occupati si accompagna un deciso calo dei disoccupati (-2,0%, pari a -61 mila) e un aumento degli inattivi (+0,2%, pari a +27 mila).

Ma l'Istat, nella sua analisi, cerca comunque di dare un appiglio a chi, nonostante l'evidenza dei fatti, continua a proclamare l'efficacia del Jobs Act sull'occupazione. Così pubblica un riepilogo dei dati dell'occupazione su base annua.

Rispetto a febbraio 2016 si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +294 mila). La crescita riguarda sia i lavoratori dipendenti (+280 mila, di cui +178 mila a termine e +102 mila permanenti) sia in misura più contenuta gli indipendenti (+14 mila).

Aumenta il numero di occupati per entrambe le componenti di genere; la crescita è particolarmente accentuata tra gli ultracinquantenni (+402 mila) e in misura più contenuta tra i giovani 15-24enni (+15 mila). Nello stesso periodo calano sia i disoccupati (-0,6%, pari a -18 mila) sia gli inattivi (-2,7%, pari a -380 mila).

L'Istat, comunque, non nasconde che il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, soprattutto per effetto dell'aumento dell'età pensionabile.

Come al solito, la propaganda di Governo tenderà a sottolineare il bicchiere mezzo pieno rispetto a quello mezzo vuoto. Ma, nonostante l'impegno, rimane comunque il dato degli oltre 20 miliardi spesi per ottenere, sull'occupazione, i risultati attuali, senza dimenticare che a fine 2017 scadranno i tre anni relativi ai nuovi assunti del 2015 (da confermare come lavoratori a tempo indetermintaio) caratterizzati da forti sgravi sui contributi.

È possibile pensare che l'occupazione nel 2017 possa aumentare?