Rispetto ad alcuni giorni fa, non è cambiata di una virgola la situazione delle tre navi delle ong con circa mille naufraghi a bordo in attesa di un porto di sbarco.

19 richieste e ancora nessun porto sicuro per i 179 sopravvissuti che da giorni aspettano a bordo dell'Humanity 1 che naviga in acque internazionali al largo dell'Italia.

Queste le testimonianze di alcuni degli oltre 100 minori non accompagnati presenti a bordo. Michael (17 anni): "Sono venuto con degli amici. Il nostro viaggio dal Gambia alla Libia è stato molto duro. In Libia le nostre vite sono a rischio, tutti portano una pistola. Ci maltrattano, ci molestano, ci sparano. Molti giovani africani hanno perso la vita in Libia. Ecco perché stiamo rischiando la vita per attraversare il Mediterraneo per venire in Europa".
 
L'incertezza su quando potranno scendere a terra mette a dura prova i più giovani. Brown (17 anni) racconta quanto sia stressante non poter contattare la famiglia: "Questo ci rende molto tristi perché i nostri genitori sono molto preoccupati di non avere nostre notizie da così tanti giorni".
 
Peter (17 anni): "I nostri parenti non sanno se stiamo bene o no. Per favore, trovate un posto nel vostro cuore per accettarci. Abbiamo anche un bambino piccolo qui. Ogni giorno il bambino continua a piangere. Per favore [aiutateci] il prima possibile".
 

SOS Mediterranee, con 234 persone a bordo della Ocean Viking (tra cui una quarantina di minori non accompagnati), ha inviato richieste di aiuto alle autorità marittime di Francia, Spagna e Grecia per sollecitare il loro sostegno nella mediazione con Italia e Malta. 

Il ministro della Solidarietà francese Jean-Christophe Combe ha dichiarato che la Francia sarebbe pronta a farsi carico dei migranti a bordo della Ocean Viking.


Sulla Geo Barents di Medici Senza Frontiere sono 572 le persone in attesa di un porto.  Tra queste, 3 donne incinta e più di  60 minori.

Riccardo Gatti, responsabile delle operazioni SAR di MSF: "A bordo ci sono 572 persone, 572 storie diverse che in comune hanno i rischi intrapresi nell’attraversamento del Mediterraneo. La Geo Barents, nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, ha effettuato 7 operazioni di salvataggio in pochi giorni. Abbiamo assistito persone che viaggiavano su imbarcazioni sovraffollate in condizioni critiche. Tutti i soccorsi sono stati effettuati in acque internazionali di zona SAR maltese. Abbiamo chiesto più volte il coordinamento, il supporto e la presenza delle autorità maltesi, ma tutte le nostre richieste sono state disattese. Adesso abbiamo chiesto un porto sicuro anche all’Italia.A bordo c’è un ragazzo determinato ad andare in Germania. È lì che si trova sua madre, malata terminale di cancro. Vuole rivederla un’ultima volta. Non c’è stato modo di ottenere un visto e così l’unica opzione per questo ragazzo è stata mettersi in viaggio lungo la rotta più letale al mondo.C’è poi una famiglia che viene dal Togo con una bimba di 11 mesi nata con il labbro leporino e che oggi ha difficoltà nella deglutizione. I suoi genitori hanno lavorato in Libia per mettere i soldi da parte per curare la loro figlia, cercando contemporaneamente di ottenere un visto per l’Europa che è stato sempre stato negato. Unico modo per curarla, fuggire via mare.Tutti sanno che si rischia la vita, ma non ci sono alternative. Tra le 572 persone c’è anche un ragazzo che è stato intercettato dalla guardia costiera libica e riportato con la forza in Libia ben 4 volte. Adesso ce l’ha fatta, è libero da quel meccanismo di abusi e detenzione arbitraria che lo ha perseguitato per troppo tempo". 


Ieri, il Viminale ha pubblicato la seguente nota:

"Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato oggi pomeriggio, per la prima volta, in videoconferenza, ad una riunione del gruppo MED5, di cui fanno parte, oltre all'Italia, anche Cipro, Grecia, Malta e Spagna.Durante la riunione è stata condivisa la volontà di elaborare una posizione comune a tutti i cinque Paesi del Mediterraneo fondata sul governo dei flussi migratori da parte degli Stati.Un cambio di strategia che si deve realizzare, secondo quanto emerso dalla riunione, rafforzando i canali di ingresso regolari nella UE anche attraverso l'intensificazione delle relazioni con i Paesi di origine e di transito dei migranti. Un approccio che mira a contrastare il traffico dei migranti riducendo sia i naufragi sia i profitti criminali".

L'inconsapevole e/o ipocrita ministro Matteo Piantedosi, al pari di coloro che l'hanno preceduto, non sa o fa finta di non sapere che gli accordi tra Italia e Libia rinnovati in questi giorni sono uno strumento con il quale l'Italia e l'Europa finanziano i profitti criminali dei trafficanti di esseri umani che operano in Libia.