I politici, specialmente in Italia, come è noto da decenni hanno i loro magistrati e le loro procure di riferimento. Il concetto è da chiarire. Non significa che una Procura o un magistrato, almeno ufficialmente, agiscano a supporto di questo o quel politico, ma che questo o quel politico, in base alle "loro" dichiarazioni, è quello che vogliono far credere.

Ad esempio, Matteo Salvini si è intestato le inchieste della Procura di Trapani che ritiene che le ong che salvano vite nel Mediterraneo centrale  siano, né più ne meno, degli scafisti:

"La Procura di Trapani - dichiarava Salvini il 3 marzo - chiude l'indagine sulla nave di Ong tedesca Iuventa con accuse pesantissime su soccorsi concordati con trafficanti di esseri umani e scafisti criminali. Rinvio a giudizio per più di 20 persone tra comandanti, capimissione e legali rappresentanti di Ong. Una situazione insostenibile, la Lega lo denuncia da anni: spero ora si vada fino in fondo. Gli italiani meritano di conoscere la verità".

Ma la Procura di Trapani nella sua tenace e forse ossessiva necessità di dimostrare quello che appare a molti insostenibile, parrebbe aver travalicato il confine del consentito, finendo per intercettare per mesi anche dei giornalisti che facevano semplicemente il loro lavoro. 

Così ha descritto il caso la Federazione Nazionale della Stampa:

Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano "Domani" ha rivelato come, nell'ambito di una inchiesta sulle Ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti. «Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?», chiede il sindacato.«Non spetta a noi emettere sentenze, ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici», conclude la Federazione nazionale della Stampa italiana, che «fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere».Intervistato dal direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, torna a chiedere spiegazioni. «Grazie all'inchiesta di un giornalista coraggioso – dice – emerge che con chiarezza a Trapani sono state trascritte delle intercettazioni relative in primo luogo ad una conversazione tra la giornalista Nancy Porzia, più volte minacciata di morte dai mercanti di carne umana libici, e la suo avvocata Alessandra Ballerini, che è anche la legale della famiglia Regeni. Vengono intercettati illegalmente perché si tratta di un colloquio tra un avvocato e una sua cliente. Non solo, nel corso della intercettazione l'avvocata Ballerini fa riferimento ad un viaggio a tutti ignoto "il prossimo 3 ottobre" sulla vicenda Regeni dove, dice l'avvocato, "sarò senza scorta", tutto ciò viene trascritto. Chi ha consentito questo abuso? Perché è stata intercettata una telefonata tra una legale e una sua assistita? Cosa c'entrano questi ripetuti riferimenti alla vicenda Regeni che aprono scenari ancora più inquietanti su quello che è accaduto?», chiede Giulietti.«Ci sono – aggiunge – le intercettazioni di altri cronisti, Sergio Scandura di Radio Radicale, De Pascale di Report Rai3, Francesca Mannocchi, Fausto Biroslavo, sicuramente ne dimentico altri. Perché sono stati intercettati? Sono stati intercettati direttamente o mentre parlavano con le loro fonti? Cosa si cercavano, le fonti dei giornalisti? Ma c'è il segreto professionale. A questo punto, parlo anche a nome della Fnsi e del segretario Raffaele Lorusso, i legali della Federazione si mettono a disposizione di tutte le colleghe e colleghi per eventuali denunce. Chiediamo formalmente al ministero della Giustizia, alla ministra Marta Cartabia, allo stesso Csm, di aprire una inchiesta su quello che è accaduto, di farci sapere chi ha disposto queste intercettazioni, di spiegare cosa è accaduto e perché, di rendere note tutte le carte senza lasciare nessuna zona d'ombra, perché c'è materia non per essere preoccupati ma molto di più».

E la ministra Cartabia, per fortuna, ha risposto a stretto giro, disponendo accertamenti al riguardo, come fa sapere una nota dell'agenzia Askanews:

"Fonti di via Arenula fanno sapere che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha disposto accertamenti sull’inchiesta di Trapani sulle Ong, nell’ambito della quale sarebbero stati intercettati – secondo notizie di stampa – anche diversi giornalisti.Intanto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, ha dichiarato: “Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale la vicenda relativa all’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong, leggendo le cronache appare di estrema gravità e merita una mobilitazione non solo della categoria che l’Ordine dei giornalisti promuoverà”.“Emblematica l’intercettazione di una giornalista che parla con l’avvocata. Dove arriverà questo Paese, alle cimici nei confessionali? È un fatto che riguarda la qualità della democrazia. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica, che oltre ad essere il supremo garante della Costituzione è anche il numero uno del Csm, e alla Ministra della Giustizia. Per fortuna nostra e delle istituzioni si chiamano Sergio Mattarella e Marta Cartabia".

Inutile aggiungere che in questo caso di questa iniziativa della Procura di Trapani, il senatore Salvini non ha detto nulla ai suoi "seguaci" che lo "seguono" sui social.