(di Mauro Annarumma per Italians for Darfur Onlus)

Non è la prima volta che i mediatori internazionali tentano di riunire intorno a un tavolo ribelli e capi tribù del Darfur. A distanza di   quasi 8 anni dal trattato di pace di Doha (2011),  e la creazione di un Comitato composto dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana per il monitoraggio del cessate il fuoco, il presidente Omar Hassan al Bashir lancia un segnale di distensione.

Nonostante gli accordi raggiunti nel 2011, infatti, nel 2013 il conflitto era ripreso e con esso la triste conta dei morti, degli sfollati e dei rifugiati.

Nelle settimane scorse il mediatore delle Nazioni Unite e Unione Africana  Jeremiah Mamabolo si è  incontrato ad Addis Abeba e Berlino con Minni Arko Minnawi, leader storico del Sudan Liberation Movement (SLM, oggi SLM-MM), e con  il Justice and Equality Movement (JEM) per superare l'impasse sulla trattativa con il governo. Stati Uniti, Germania e Qatar sostengono la ripresa del colloquio con Bashir.

Oggi sono stati inoltre ufficializzati gli accordi distensivi tra alcune tribù, Rizeigat and Maaliya, del Darfur orientale, e le forze presidenziali, nonchè il cessate-il-fuoco da parte del SLM-North fino al 31 dicembre, in attesa degli sviluppi delle trattative in corso.