Questi i risultati dei ballottaggi delle amministrative 2016 nelle principali città italiane.

TORINO:
Chiara Appendino 54,56%, 
Piero Fassino 45,44%.

MILANO:
Giuseppe Sala 51,70%,
Stefano Parisi 48,30%.

BOLOGNA:
Virgilio Merola 54,64%, 
Lucia Borgonzoni 45,36%. 

ROMA:
Virginia Raggi 67,15%, 
Roberto Giachetti 32,85%. 

NAPOLI:
Luigi de Magistris 66,85% , 
Gianni Lettieri 33,15%. 

Trascurando Napoli il cui risultato era scontato, Roma e Torino sono andate ai 5 Stelle, Milano e Bologna al PD. E' finita con un pareggio PD e 5 Stelle ed una sconfitta del centrodestra? Apparentemente potrebbe sembrarlo, in realtà il risultato dei ballottaggi delle amministrative dice molto di più.

Dice che la linea politica del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi è perdente. Per Renzi ed il renzismo, la sinistra che vince finora era quella che faceva politiche di destra e guardava all'elettorato di centrodestra, eventualmente anche alleandosi con i partiti di centrodestra. Il cosiddetto Partito della Nazione che avrebbe dovuto nascere per le prossime elezioni politiche era un nuovo partito, o perlomeno un'aggregazione elettorale, che doveva rispecchiare questa idea. Ed in Parlamento, specialmente con la nascita del gruppo Ala che fa capo a Denis Verdini, si era visto concretizzarsi tale idea.

I risultati delle amministrative, sia al primo turno che al ballottaggio, hanno detto però che gli elettori non sono interessati o attratti da un partito del genere. In pratica, Renzi voleva fare una nuova Democrazia Cristiana sfruttando lo zoccolo duro della sinistra ed a questo aggiungere i voti di coloro che votavano Forza Italia. I risultati delle amministrative hanno dimostrato perdente questa linea politica.

A Napoli si è avuta la riprova già al primo turno, con la Valente candidata di Renzi che non è arrivata al ballottaggio. A Cagliari, dove il sindaco di SEL è stato riconfermato, il PD invece si presentava unito con la sinistra riproponendo la stessa coalizione di cinque anni fa, ed ha vinto al primo turno.

E lo stesso risultato di Milano è ulteriore conferma che il PD vince a sinistra e non a destra, perché su Sala, già appoggiato da Pisapia al primo turno, sono confluiti, su precisa indicazione di Rizzo, i voti della sinistra radicale che al primo turno avevano registrato un 6%. Ed è grazie a questi che Sala ha vinto, in base a quanto hanno già anticipato i sondaggi sulle intenzioni di voto.

Ed anche la stessa sconfitta di Torino ne è la riprova, poiché Fassino non è riuscito a convincere la sinistra a far confluire dalla sua parte i voti che invece sono andati a Chiara Appendino, candidata dei 5 Stelle.

Dove la sinistra, quella radicale per intenderci, ha avuto la possibilità di scegliere un candidato che non fosse di destra, il PD è stato sconfitto. E probabilmente anche a Bologna, dove Merola si è riconfermato ma non così largamente, il risultato sarebbe stato analogo a quello di Torino se a sfidare il sindaco uscente fosse stato il candidato del Movimento 5 Stelle invece che la candidata della Lega.

A Roma, il Partito Democratico il sindaco lo aveva, Marino, ma ha fatto di tutto per cacciarlo. Difficile capire perché anche se è ipotizzabile pensarlo. Infatti è plausibile credere che Marino non garantisse continuità di rapporti con quel sistema che finora aveva alimentato il clientelismo e i consensi per il Partito Democratico di cui Mafia Capitale è stato l'esempio. Probabilmente per tale motivo, il PD ha scelto la strada delle elezioni. Il Movimento 5 Stelle ringrazia. Ed anche quella di Roma è una sconfitta di Renzi.

I renziani proveranno a spiegare questa sconfitta elettorale dicendo che in fondo è stato un pareggio e che nulla è cambiato. Ma al di là delle dichiarazioni, in Parlamento la destra che sostiene Renzi, a cominciare da Verdini, comincerà ad interrogarsi sul proprio futuro visto che il Partito della Nazione non è vincente ed i parlamentari si domanderanno come faranno a farsi rieleggere al prossimo mandato. Ed a farsi questa domanda saranno anche gli alfaniani e i centristi ex Forza Italia. E che dire poi dei deputati del PD che avevano visto Renzi come la gallina dalle uova d'oro e che adesso scoprono che invece è un segretario perdente, tanto, se non di più, quanto Bersani?

Al di là delle dichiarazioni, questo voto avrà pesanti conseguenze sul governo.  Infatti, la minoranza dem avrà argomenti concreti per dimostrare che la linea politica di Renzi è perdente e questo aggiungerà ulteriore incertezza e instabilità sulle prossime decisioni che il Governo dovrà prendere.
Renzi che è diventato capo del Governo proprio grazie al fatto di controllare il partito, adesso che è stato sconfitto, come potrà avere lo stesso controllo del partito e, di conseguenza, del Governo?