Venerdì 6 ottobre, Hamas ha pubblicato sul proprio sito la seguente nota: 

"Il Movimento di Resistenza Islamico Palestinese Hamas ha rimarcato che la guerra dell'ottobre del 1973 testimonia che la resistenza è l'unica opzione per scoraggiare l'occupazione coloniale sionistaIn un comunicato stampa in occasione del cinquantesimo anniversario della guerra di ottobre, Hamas ha invitato tutti gli stati e i partiti che abbracciano i diritti dei popoli alla libertà a sostenere il popolo palestinese nella sua lotta per difendersi, ripristinare i propri diritti e liberare la propria patria. Hamas ha confermato che la guerra di ottobre continuerà a ispirare il popolo palestinese a continuare la sua resistenza globale contro l'occupazione israeliana e il suo governo fascista. Il movimento di resistenza palestinese ha invitato tutte le nazioni arabe e musulmane che hanno normalizzato i legami con l'occupazione israeliana a fare marcia indietro su tali scelte. Hamas ha spiegato che la normalizzazione fornisce solo una copertura all'occupazione israeliana per continuare i suoi crimini contro il popolo palestinese, la sua patria e i luoghi santi, primo fra tutti la Moschea di Al-Aqsa. A partire dal 6 ottobre 1973, la guerra di ottobre vide gli eserciti egiziano e siriano unificarsi sotto un unico comando e ottenere una vittoria storica contro l'esercito di occupazione israeliano".  

A quale guerra si riferisce Hamas? A quella dello Yom Kippur, la quarta guerra arabo-israeliana.

La guerra dello Yom Kippur, nota anche come guerra del Ramadan o guerra d'ottobre o guerra israelo-araba del 1973, fu combattuta dal 6 al 25 ottobre 1973 tra una coalizione araba, composta principalmente da Egitto e Siria, e Israele.

Il conflitto ebbe inizio con l'attacco improvviso degli eserciti dell'Egitto e della Siria che colse di sorpresa l'establishment politico-militare di Israele, mettendo in seria difficoltà le sue forze armate. Le truppe egiziane, ben equipaggiate con missili sovietici anticarro e antiaereo, da sud attraversarono con successo il canale di Suez e respinsero con intense perdite i primi contrattacchi israeliani, mentre, contemporaneamente, da est le forze siriane penetravano con forze corazzate nell'altopiano del Golan.

Gli israeliani si trovarono in grande difficoltà e si temette una loro capitolazione soprattutto nel Golan. Tuttavia, le unità corazzate israeliane riuscirono a passare alla controffensiva, respinsero i siriani e penetrarono in Egitto riattraversando a sorpresa il canale di Suez. L'intervento delle due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, riuscì a evitare un'escalation del conflitto e, dopo alcune fasi drammatiche che fecero temere un conflitto globale, impose un cessate il fuoco alle parti in lotta.

La guerra terminò quindi senza esiti risolutivi dal punto di vista militare, ma segnò un importante successo politico e propagandistico per gli arabi, che si dimostrarono per la prima volta di essere in grado di mettere in difficoltà Israele, dopo la pesante sconfitta subita nella precedente guerra dei sei giorni del 1967. Nello stato ebraico l'andamento della guerra e soprattutto la sorpresa iniziale innescarono forti polemiche politiche che culminarono con le dimissioni del primo ministro Golda Meir, del ministro della difesa Moshe Dayan e del capo di stato maggiore David Elazar.

La guerra inoltre ebbe pesanti conseguenze sull'economia dei Paesi occidentali per la decisione dei Paesi arabi associati all'OPEC di sostenere l'azione di Egitto e Siria tramite robusti aumenti del prezzo del barile e un embargo nei confronti dei Paesi maggiormente filoisraeliani, che ebbe come conseguenza una crisi petrolifera che ebbe, a partire dalla fine del 1973, gravi ripercussioni economiche e sociali in quasi tutto il mondo (fonte Wikipedia).

50 anni dopo la guerra dello Yom  Kippur, Hamas ha attaccato Israele e, anche in questa occasione, Israele si è fatta cogliere di sorpresa.

Intorno alle 6:30 (ora locale) da diverse località di Gaza parte un fitto lancio di razzi verso il territorio israeliano (5mila a detta di Hamas, circa la metà a detta di Israele), mentre numerosi miliziani aprono un varco al confine con Israele, iniziando ad attaccare gli insediamenti dello Stato ebraico: è l'inizio dell'operazione che Hamas ha titolato "Diluvio Al-Aqsa". 

Mentre i razzi di Hamas raggiungevano anche Tel Aviv, i miliziani, nel sud di Israele, aprivano il fuoco sui passanti nella città di Sderot, prendendo il controllo di diversi insediamenti israeliani nell'area, oltre a prendere in ostaggio numerosi soldati dell'IDF.

La risposta del governo di Israele, pur preso alla sprovvista, non si è fatta attendere. Dopo aver richiamato i riservisti, ha iniziato a lanciare attacchi aerei contro numerosi obiettivi all'interno della Striscia di Gaza, dando il via all'operazione "Spade di Ferro".

A detta di Israele sarebbero decine i caccia che stanno effettuando attacchi contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente, scontri a fuoco si stanno verificando nei pressi e all'interno delle città di Kfar Aza, Sderot, Sufa, Nahal Oz, Magen, Be'eri e alla base militare di Re'im, secondo quanto riferisce Times of Israel.

Secondo le autorità di Tel Aviv, sarebbero finora 22 le vittime israeliane, mentre un centinaio i feriti ricoverati in vari ospedali nel sud e nel centro del Paese.

A seguito dell'attacco, alcune moschee, tra cui quelle del campo profughi di Shuafat a Gerusalemme invitano i palestinesi ad unirsi alla lotta.

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant ha dichiarato che"Hamas ha commesso un grave errore questa mattina, iniziando una guerra contro lo Stato di Israele. I soldati dell'IDF stanno combattendo il nemico in tutte le località in  cui si è infiltrato. Lo Stato di Israele vincerà questa guerra".

In una dichiarazione congiunta, i leader dei partiti di opposizione alla Knesset danno pieno sostegno all'IDF e invitano la comunità internazionale a condannare gli atti terroristici. Questo è quanto hanno detto Yair Lapid, Benny Gantz, Avigdor Lieberman e Merav Michaeli:

"In giorni come questi non c'è né opposizione, né coalizione in Israele. Siamo tutti uniti di fronte al terrorismo e alla necessità di colpire con determinazione. È necessario mobilitare la comunità internazionale contro il terrorismo. Chiediamo ai cittadini di obbedire alle direttive del Comando del Fronte Interno, di prendervi cura di voi stessi e insieme sconfiggeremo il terrorismo".

Nei primi 9 mesi del 2023, i palestinesi uccisi dallo Stato di Israele sono stati oltre 250, ma in questo caso, la comunità internazionale non solo non ha fatto nulla per impedirlo ma lo ha pure ritenuto normale, credendo evidentemente che i palestinesi debbano esistere solo per fare da bersaglio all'esercito israeliano, come in passato i piccioni venivano usati per fare quello sport che oggi viene praticato come tiro al piattello.

Hamas, oggi, ha deciso di combattere l'invasione del territorio palestinese da parte di Israele, proprio come l'Ucraina sta facendo contro la Russia. Curiosamente, però, i combattenti palestinesi vengono definiti terroristi, mentre quelli ucraini sono definiti eroi. 

A dimostrazione di quanto appena detto, la dichiarazione di Palazzo Chigi su quanto sta avvenendo:

"Il governo italiano segue da vicino il brutale attacco che si sta svolgendo in Israele. Condanna con la massima fermezza il terrore e la violenza contro civili innocenti in corso e sostiene il diritto di Israele a difendersi. Il terrore non prevarrà mai".

Una dichiarazione rilasciata oltretutto da un governo sovranista che parla di difesa di confini, identità nazionale, ecc... non accorgendosi che Israele, finora, ha fatto di tutto e di più per impedire ai palestinesi di avere una propria nazione e una propria identità nazionale.

Adesso, che i palestinesi hanno deciso di combattere una guerra già persa in partenza (a loro l'occidente non fornisce le armi per difendersi dall'invasore), vengono definiti terroristi perché vogliono riprendersi la terra che gli è stata rubata e che, metodicamente, continua ad esser loro rubata, nella più totale indifferenza delle nazioni che pretendono di essere garanti e paladine dei diritti umani.

Oltre ad Israele, responsabili di quanto sta accadendo in queste ore, sono proprio quei Paesi, Stati Uniti in testa, che hanno permesso allo Stato ebraico di continuare a praticare la politica di apartheid nei confronti dei palestinesi, infischiandosene delle norme del diritto internazionale che pretendono di rispettare e rappresentare.

Adesso, etichettando come terroristi i miliziani di Hamas, i Paesi occidentali pensano di essere dalla parte dei giusti, promuovendo invece un nuovo indecente massacro, che ha e avrà come principali vittime i civili israeliani e quelli palestinesi... perché questo è quello che sta accadendo e continuerà ad accadere nelle prossime ore e nei prossimi giorni.