"Nel giorno in cui l'Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un'Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!"

Naturalmente, la libertà di cui parla sopra la (post) camerata Meloni Giorgia (presente!) è una libertà che non può essere antifascista, perché altrimenti lo avrebbe detto.

Inutile anche poterlo pretendere, visto che il (post) fascismo che è alla base della sua fede politica è anche alla base del suo programma di governo.

Propagandisti e opportunisti (con i secondi peggiori dei primi) si dimenticano di ricordare e dire, dando per scontato che lo sappiano benissimo visto che molti di loro vengono pure etichettati come intellettuali, che la politica di Giorgia Meloni non è altro che la fotocopia di fascismo che Arturo Michelini aveva prospettato alla base del partito che, per tale motivo, lo elesse segretario del MSI, sconfiggendo Giorgio Almirante che poi ne seguì il dettato, quando a sua volta lo sostituì nell'incarico.

La democrazia di Meloni consiste nell'imporre agli italiani tutto ciò che "lei", da perfetta (post) fascista ritiene giusto, opportuno e dovuto. Difficile pretendere da una che si è formata nella gioventù missina (campi Hobbit, da cui deriva la sua passione per il Signore degli Anelli) che la democrazia è invece apparecchiare le regole che riflettano al meglio la Costituzione che consentano a tutti di vivere come cavolo ritengano meglio... nel rispetto degli altri.

Ed è pertanto impossibile che una (post) fascista come Giorgia Meloni possa definirsi antifascista.

Per chi ancora non lo sapesse, il nome del suo partito, Fratelli d'Italia, è l'inizio del Canto degli Italiani di Mameli e, guarda un po' il caso, il Canto degli Italiani è anche il titolo dell'inno che il camerata Almirante (Giorgio anche lui)  aveva composto per il neonato Movimento Sociale Italiano. Questi i primi versi...

Siamo nati in un cupo tramonto
di rinuncia, vergogna, dolore:
siamo nati in un atto d'amore
riscattando l'altrui disonor.

Siamo nati nel nome d'Italia,
stretti attorno alla nostra Bandiera:
è rinata con noi primavera,
si è riaccesa una fiamma nel cuor.

Quindi, quando qualcuno si chiede a cosa si riferisca la fiamma nel simbolo di Fratelli d'Italia, è la fiamma della speranza di far rinascere il fascismo, sotto un'altra forma, sotto un altro nome... ma sempre fascismo è.

E chi non si professa antifascista, non essendo contro, non può che esserne a favore... e quindi è di conseguenza fascista, al di là delle capriole eristiche di coloro che lo vogliano negare.

Buon 25 aprile... a tutti gli antifascisti.



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