Che l'Italia sia il Paese dei misteri è un dato confermato dai tanti episodi delittuosi che hanno segnato la storia della nostra sgangherata nazione. Misteri che non sono mai stati risolti perché segnati da una girandola di depistaggi che hanno avuto lo scopo primario di insabbiare la verità e coprire le responsabilità dello Stato in fatti criminosi.

Gli esempi di depistaggi non mancano di certo. Basti pensare alla tragedia di Ustica, al sequestro Moro, all'assassinio di Mino Pecorelli e di Pierpaolo Pasolini, alla strage alla stazione di Bologna, alla scoperta della P2 di Licio Gelli, alla morte di Roberto Calvi, al delitto di Michele Sindona, all'omicidio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, alle stragi mafiose degli anni Novanta. Sono soltanto alcuni degli episodi contrassegnati da clamorosi depistaggi che hanno confuso le acque e mandato in tilt le indagini dei magistrati. 

Il reato di depistaggio non è contemplato dalle leggi italiane. Nel codice penale esiste il reato di intralcio alla giustizia, di falsa testimonianza, di favoreggiamento, ma non quello del depistaggio. Una lacuna grave visto che gli autori dei depistaggi sono soggetti appartenenti allo Stato: uomini dei servizi segreti o delle forze dell'ordine che, in linea teorica, avrebbero il compito di scoprire la verità ma che spesso, troppo spesso, agiscono per coprirla la verità. 

Ma cos'è un depistaggio e a cosa serve? I depistaggi assumono forme variegate che possono consistere in lettere anonime, documenti falsi, testimonianze sparire, identikit nascosti, verbali cestinati, notizie occultate. Un catalogo di azioni che hanno il fine di impedire che un fatto di risonanza nazionale venga alla luce, mandando i magistrati a sbattere contro un muro di gomma perché, come disse lo scrittore di Racalmuto, “lo Stato non può processare se stesso”.

Il meccanismo del depistaggio lo ha spiegato il giornalista Massimo Veneziani nel suo libro intitolato Controinformazione: “I depistaggi possono essere di tipo sia sottrattivo in cui le prove sono appunto sottratte, sia additivo in cui falsi testimoni danno indicazioni sbagliate o vengono prodotti indizi fasulli. Una forma sofisticata di depistaggio consiste nella piccola 'correzione’ di un documento o di un verbale che stravolga l’indagine. Un classico depistaggio è quello suggestivo in cui si mettono insieme alcuni dati verissimi ma assolutamente non in relazione fra di loro, però li si accosta in modo tale che possano sembrare connessi fra di loro, così da suggerire una pista e quindi in qualche modo esercitare una suggestione”.

La mole impressionante di depistaggi che hanno caratterizzano le vicende più scottanti della storia italiana hanno dimostrato come gli apparati dello Stato abbiano lavorato per impedire che la verità venisse a galla. Una verità che avrebbe screditato le istituzioni, trascinandole sul banco degli imputati in un processo che “non sa da fare”. Se i tanti misteri che hanno costellato il nostro Paese non sono stati risolti, è perché ciò avrebbe destabilizzato il potere. Ecco perché, come disse lo scrittore Leonardo Sciascia, “nessuna verità si saprà mai riguardo ai fatti delittuosi che abbiano anche minimamente attinenza con la gestione del potere”. A buon intenditore bastano poche parole.