Dopo il 2012, quando a tentare di riformare la Rai provò l'allora governo Monti, fu poi l'esecutivo guidato da Matteo Renzi a farlo, con un provvedimento che, rispecchiando alla perfezione il suo "stile" di governo (la riforma era stata annunciata con "via i partiti dalla Rai"), è pensato per consegnare ai partiti della maggioranza il controllo della tv pubblica.

Ne è perfettamente cosciente l'attuale premier, tanto che la Rai adesso è stata etichettata come Telemeloni.

Per questo, ieri pomeriggio, la segretaria del Pd Elly Schlein ha organizzato un sit-in a viale Mazzini, cui hanno partecipato, oltre il PD, anche i partiti dell'opposizione, eccetto M5s e Azione.

Giuseppe Conte ha dato forfait perché l'occupazione della Rai è fenomeno antichissimo, per questo è inutile protestare, mentre quello che c'è da fare è metter mano ad una riforma. Anche Calenda non è andato a manifestare, ma ha chiamato tutti a raccolta le forze politiche per riscrivere le regole della nuova governance.

Dei leader politici dell'opposizione erano presenti, oltre a Schlein, Fratoianni e Bonelli di Avs, Magi di +Europa e Maria Elena Boschi di Italia Viva, con quest'ultima che si è ben guardata  dal chiedere una riforma, visto che quella in vigore l'ha scritta il suo "capo".

"Siamo preoccupati per le sorti dell’informazione nel nostro Paese - ha commentato il dem Sandro Ruotolo - sotto attacco delle forze di governo. La Rai è diventata Telemeloni, strumento di propaganda di palazzo Chigi. L’allarme non lo lanciamo solo noi. Il sindacato europeo dei giornalisti (Efj) considera l’Italia uno dei paesi ostili ai giornalisti. In quale Paese democratico una presidente del Consiglio delegittima l’informazione attaccando pubblicamente Roberto Saviano, Report, il quotidiano La Repubblica? Dobbiamo lavorare insieme alle altre forze di opposizione a una riforma della Rai che renda il servizio pubblico libero dall’ingerenza dei partiti".

Naturalmente, Giorgia Meloni e i suoi sodali, politici e mediatici, negano l'evidenza dell'attuale situazione, che in certi casi produce risultati persino imbarazzanti, dimenticando però di ricordare ciò che l'attuale premier diceva quando era all'opposizione (24 marzo 2022): "Io non sono d'accordo con molte delle cose che dice il prof. Orsini, ma per questo lo voglio difendere. Mi spaventa una Nazione nella quale la televisione di Stato consente di sostenere unicamente le stesse tesi che sostiene il governo. Mi spaventa quando colpisce me, e quando colpisce chi non la pensa come me. Una democrazia prevede la libertà di pensiero, sempre, perché per esercitare il libero arbitrio serve il confronto tra tesi diverse. E perché mettere a tacere chi la pensa in modo diverso è sempre e solo un boomerang".