Patuanelli, Maiorino, Di Girolamo, Nave, Pirro, Aloisio, Bevilacqua, Bilotti, Castellone, Castiello, Cataldi, Croatti, Damante, De Rosa, Floridia Barbara, Guidolin, Licheri Ettore Antonio, Licheri Sabrina, Lopreiato, Lorefice, Marton, Mazzella, Naturale, Pirondini, Scarpinato, Sironi, Trevisi, Turco rilevato che dalle inchieste giornalistiche emerge una tendenza a considerare le regole del mercato e le regole sindacali e previdenziali come orpelli di impaccio alla libertà imprenditoriale, condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un Ministro,ferme restando le eventuali responsabilità che verranno in caso accertate nelle sedi opportune, i fatti esposti minano fortemente la credibilità della Ministra e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le delicate funzioni alle quali è chiamata, nonché sull'opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica governativa di primo piano e di piena rappresentanza politica;[considerando che] l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". Tale disposizione individua una sorta di “dovere di fedeltà qualificata” gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà poi ulteriormente rafforzata dall’obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Si tratta di giuramento avente natura promissoria, cioè di una promessa per il futuro mediante la quale il giurante, con un'apposita dichiarazione unilaterale di volontà espressa mediante un'apposita formula rituale, si impegna a vincolare il proprio comportamento al rispetto dei doveri derivanti dalla Costituzione e dalle leggi. Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall'obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina ed onore richiamati; tale vincolo concernerebbe il rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale che non sono facilmente riproducibili in specifiche definizioni legislative, ed opererebbe proprio nella sfera morale, quella cioè di fronte alla quale l'operatività dei precetti giuridici normalmente si arresta;[dato che] la situazione soggettiva del Ministro del turismo, alla luce dei fatti emersi, risulterebbe sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi ricoperti, non potendo l'Italia proseguire ad avere un Governo i cui membri espongano il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dalla commistione di interessi pubblici e privati;[poiché] è imprescindibile che il nostro Paese e le sue istituzioni siano salvaguardate, nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di "onorabilità" per coloro cui sono affidate funzioni pubbliche. Ne consegue la responsabilità politica anche del Presidente del Consiglio dei ministri, che, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione, dirige la politica generale del Governo;visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica,esprimono la propria sfiducia al Ministro del turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni.

Quanto sopra riportato riassume la sfiducia presentata al Senato dal Movimento 5 Stelle nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, a seguito dei fatti riportati nelle inchieste della trasmissione Report e a seguito del suo intervento in replica al Senato, in cui ha rilasciato dichiarazioni smentite documentalmente sia dagli interessati che da fonti giornalistiche... oltre che, indirettamente, dalla stessa Procura di Milano.

Pertanto, mercoledì 26 luglio il Senato sarà chiamato ad esprimere il proprio consenso o dissenso su quanto fatto e dichiarato dalla ministra Santanché, approvando o respingendo la mozione di sfiducia presentata dai 5 Stelle che, salvo ripensamenti dell'ultimora, sarà appoggiata anche dal Partito Democratico.

Tra i partiti di opposizione, la sfiducia non sarà però votata dal cosiddetto ex terzo polo, con conseguente stizza del 5 stelle Patuanelli cui replica il fondatore di Azione, che insieme a Italia Viva costituiva l'8% di quella parte politica, Carlo Calenda, in questi termini:

"La questione caro Patuanelli è molto semplice: se la vostra mozione di sfiducia verrà bocciata, avrete tolto le castagne dal fuoco alla Meloni che potrà dire: “il parlamento sovrano ha confermato la fiducia, cosa volete da me?” E siccome nella storia della Repubblica di mozioni di sfiducia individuali ne sono state approvate 1 o 2, questo è ciò che accadrà a meno di una frattura plateale della maggioranza che per ora non si vede. Azione ha chiesto e continuerà a chiedere le dimissioni della Santanche ma non offrirà facili vie di fuga al Governo. Su questa vicenda un classico dello stile grillino: slogan e risultati controproducenti".

Quale sia la logica di tale dichiarazione non è possibile comprenderla. 

Quali che siano o meno le conseguenze dell'inchiesta giudiziaria che interessano la ministra per le sue attività imprenditoriali, rimane il fatto che la Santanchè ha rilasciato in Senato, in un aula parlamentare, delle dichiarazioni che tramite documenti e testimonianze i media hanno ripetutamente smentito. Pertanto, la ministra Santanché, per discolparsi da dei fatti di cui era indicata responsabile, ha rilasciato dichiarazioni false e/o (volendo essere più che garantisti) non esatte.

Qualunque siano i voli pindarici delle sinapsi di Carlo Calenda a supporto delle sue logiche politiche e non, rimane il fatto che è obbligo di qualunque forza politica, di maggioranza e opposizione, che chi occupi un seggio in Parlamento e/o una carica istituzionale si comporti con disciplina e onore in base a quanto pretende la Costituzione (articolo 54).

Se ciò non avviene, chiunque ne abbia consapevolezza è opportuno che gliene chieda conto... al di là delle stupidaggini che uno possa ricompattare o meno la maggioranza. È un fatto di rispetto delle istituzioni e dei cittadini che ne hanno votato i rappresentanti.

Se il terzo polo non lo capisce o fa finta di non capirlo e se i partiti della maggioranza non lo capiscono o fanno finta di non capirlo... è giusto e opportuno che ciò, comunque, rimanga agli atti... a futura memoria... in modo che tra qualche anno qualcuno possa dire che non tutti, a quel tempo, erano ciechi e sordi a tal punto da accettare l'indecenza che una come la Santanchè potesse continuare a svolgere la sua attività di ministro... con disciplina e onore.