"Ogni giorno che passa la situazione a Gaza diventa sempre più impossibile. Mi auguro a questo punto che almeno il tribunale internazionale [Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, ndr] intervenga a stabilire che Netanyahu è un criminale di guerra e come tale va trattato.Perché oltre i lutti, la devastazione, i tentativi di deportazione di un popolo intero, quel che rimarrà di questa storia terribile è il superamento di ogni limite del diritto internazionale, nel silenzio-assenso della comunità internazionale stessa, che ha giustamente sanzionato Putin per l'aggressione all'Ucraina, ma per Netanyahu si limita a qualche parola di flebile condanna.Quindi tutto sarà possibile per tutti e l'Occidente non avrà più alcuna legittimità morale per impartire lezioni".

Incredibile. In Italia un parlamentare di sinistra - Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana - ha espresso parole di condanna nei confronti dei crimini commessi da Netanyahu da 3 mesi a questa parte a Gaza e nei Territori Occupati, in attesa di fare (o continuare a fare) altrettanto in altri Paesi della regione. 

E' già qualcosa, anche se le parole di Fratoianni non sono proprio precise, perché il tribunale che l'11 e il 12 gennaio discuterà dell'accusa di genocidio presentata dal Sudafrica nei confronti dello Stato ebraico dipende dalle Nazioni Uniti ed eventuali condanne non verrebbero espresse nei confronti dei singoli, come nel caso della Corte Penale Internazionale, ma nei confronti di uno Stato. Quindi, ad esser ritenuto responsabile di genocidio, non sarebbe solo Netanyahu con il suo gabinetto di guerra, ma l'intero Stato di Israele...

Ma anche se ciò non dovesse accadere - l'ipotesi è dovuta non tanto perché l'accusa di genocidio sia risibile essendo già ampiamente documentata, quanto perché è molto probabile che la verità e la giustizia soccombano agli interessi e ai ricatti della diplomazia, della geopolitica e della finanza - le udienze pubbliche della prossima settimana contribuiranno comunque a svelare anche a chi non le avesse conosciute le nefandezze su cui è fondato e su cui ha prosperato il criminale Stato ebraico di Israele, supportato dalla indecente complicità delle supposte democrazie schierate - a loro dire - a difesa del diritto internazionale e dei diritti umani degli Stati del Nord America e degli Stati europei.

Con l'arroganza tipica dei criminali, israeliani e statunitensi negano il genocidio di cui si sono macchiati irridendo e insultando il Sudafrica (l'Europa in questo caso sta in disparte abbaiando e scodinzolando in attesa di qualche ossetto) e continuando, nell'ordine, a commettere e supportare nuovi omicidi di civili, sia a Gaza che in Cisgiordania, con Netanyahu & soci che, per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica interna e internazionale dal pantano in cui si sono invischiati nella Striscia, adesso cercano in tutti i modi di allargare il conflitto al Libano e a tutta la regione.

Il numero dei morti palestinesi a Gaza, dal 7 ottobre, è arrivato a 22.835 e a 58.416 quello dei feriti, con almeno 113 morti e 250 feriti nei raid israeliani delle ultime 24 ore.

Raid che non risparmiano nessuno, a partire dai giornalisti, come dimostra l'assassinio di due di loro avvenuto questa domenica, a seguito del bombardamento della macchina su cui viaggiavano. Uno di loro era Hamza Dahdouh, figlio del capo della redazione araba di Al Jazeera, Wael Dahdouh, che in un attacco aereo israeliano, lo scorso 26 ottobre, aveva già perso la moglie, due figli e un nipote, e il mese scorso era rimasto ferito  in un attacco in cui aveva perso la vita il cameraman di Al Jazeera Samer Abudaqa.

Circa un  centinaio sono gli operatori dei media uccisi da Israele da quando è iniziata l'invasione nella Striscia, tre mesi fa. Sono invece 142 gli operatori umanitari dell'Unrwa assassinati dai militari ebrei israeliani che, indisturbati, perpetrano i loro crimini anche in Cisgiordania, come avvenuto nelle ultime 24 ore, dove sono state uccise più di una decina di persone, l'ultima delle quali una bambina di quattro anni, Ruqaya Ahmed Odeh Jahaleen.

E per un "ripasso" di quanto siano delinquenti coloro che formano le cosiddette Forze di Difesa Israeliane, questo è ciò che ci fa sapere la ong svizzera Euro-Med Monitor nel suo ultimo rapporto:

"Nuove testimonianze riguardanti la tortura sistematica e i trattamenti inumani inflitti ai detenuti palestinesi nei campi dell'esercito israeliano - alcuni dei quali sono stati fatti sparire con la forza dalla Striscia di Gaza - sono state ricevute da Euro-Med Human Rights Monitor.L'esercito israeliano e gli investigatori dello Shin Bet hanno trattato i detenuti palestinesi come “animali non umani”, secondo le testimonianze ricevute da Euro-Med Monitor da parte di persone appena rilasciate che hanno trascorso diversi giorni sotto custodia israeliana.La maggior parte delle orribili operazioni di tortura, secondo le testimonianze, iniziano non appena le persone vengono portate via dalle loro case o dai centri di asilo, dove molti abitanti di Gaza si rifugiano dagli attacchi israeliani in corso. I soldati hanno poi picchiato le persone detenute e le hanno spogliate nude, ad eccezione degli indumenti intimi, costringendole a sedersi in ginocchio per strada per ore mentre venivano molestate e trattate con disprezzo. Numerosi prigionieri liberati hanno affermato che, dopo essere stati costretti a maledire se stessi e a denigrare gruppi e figure politiche palestinesi, sono stati trasferiti con la violenza su camion in strutture di detenzione all'aperto, dove hanno subito brutali percosse e altre forme di maltrattamenti.Secondo un prigioniero rilasciato che ha insistito sull'anonimato per motivi di sicurezza, la maggior parte dei detenuti è detenuta nei campi dell'esercito israeliano piuttosto che nell'amministrazione carceraria israeliana e, di conseguenza, non è trattenuta in circostanze di detenzione legale. Ha aggiunto che una volta trasferiti, i detenuti sono costretti a rimanere dentro gabbie di ferro nonostante il clima molto freddo. I detenuti hanno spesso subito gravi percosse su tutto il corpo, torture con elettroshock, bruciature intenzionali con mozziconi di sigaretta, oltre a venir legati per mani e piedi in diverse posizioni.Euro-Med Monitor ha affermato che il campo militare di Sde Teman, situato tra Beersheba e Gaza, è stato trasformato in una prigione simile a Guantanamo. Lì, i detenuti vengono tenuti in condizioni molto dure, simili a gabbie per polli all'aperto, senza accesso a cibo o bevande per lunghi periodi di tempo, e gli viene impedito di incontrare avvocati o ricevere visite della Croce Rossa.Il team di Euro-Med Monitor ha evidenziato le testimonianze ricevute sulla morte di due detenuti nel campo di Sde Teman, uno dei quali aveva un piede amputato; Israele non ha annunciato ufficialmente la loro morte. L'organizzazione per i diritti umani ha anche documentato l'arresto di uomini e donne anziani, tra cui una donna di 80 anni, nonché di uomini di età superiore ai 70 anni.Il settantacinquenne Jihad Zaqout ha detto al team di Euro-Med Monitor che il 12 dicembre 2023 le forze israeliane lo hanno preso in custodia dalla sua casa di Gaza City. Dopo averlo picchiato, preso a calci e legato con fil di ferro, i soldati lo hanno usato come scudo umano rinchiudendolo in una casa in un quartiere dove si svolgeva attività militare.Zakout ha riferito che mentre veniva trasportato su un camion insieme ad altri prigionieri palestinesi, i soldati israeliani li picchiavano continuamente sulla testa con il calcio dei fucili. Dopo aver raggiunto un campo militare che ospitava centinaia di prigionieri, Zakout e i suoi compagni detenuti furono costretti a dormire per terra senza materasso e gli fu permesso di usare il bagno solo una volta ogni due o tre giorni. I detenuti sono stati anche picchiati e gli è stato negato l'accesso alle cure mediche.Euro-Med Monitor ha segnalato il 3 novembre 2023 la morte del lavoratore Mansour Nabhan Muhammad Warsh, solo 24 ore dopo il suo arresto da parte delle forze israeliane. Il suo corpo era coperto di lividi e segni di manette, che probabilmente hanno contribuito alla sua morte per infarto.Solo quattro giorni dopo, il 7 novembre 2023, Euro-Med Monitor ha documentato la morte del lavoratore detenuto di 32 anni Majed Ahmed Zaqoul, dichiarato morto nella prigione israeliana di Ofer dopo essere stato sottoposto a gravi torture. Il destino di centinaia di altri lavoratori della Striscia di Gaza rimane sconosciuto.Le squadre sul campo di Euro-Med Monitor avevano precedentemente documentato la detenzione di centinaia di civili palestinesi nel corso di campagne di arresto israeliane in diverse aree della Striscia di Gaza, in seguito all'assalto da parte delle forze israeliane di edifici residenziali e scuole che ospitavano migliaia di sfollati. Queste campagne di arresti indiscriminati hanno preso di mira medici, infermieri, giornalisti e anziani, tra cui dozzine di donne, come Hadeel Youssef Issa Al-Dahdouh. In una scena disumana, Al-Dahdouh appare in una foto insieme a un gruppo di detenuti maschi nudi in un camion militare israeliano".

Questa è la moralità su cui si fonda lo Stato ebraico.