In base ai risultati dell'inchiesta delle procure di Genova e La Spezia, emergerebbe - il condizionale è d'obbligo - che la Liguria amministrata da Giovanni Toti di Noi Moderati, più che a fare gli interessi dei liguri, fosse in realtà orientata a fare gli interessi di chiunque (dietro compenso) chiedesse dei favori.

Questo il riassunto dell'inchiesta realizzato dall'Agenzia DIRE (www.dire.it):

Stamattina, il governatore ligure Giovanni Toti si trovava in un albergo a Sanremo, quando è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, per essere condotto ai domiciliari nel suo appartamento di Genova. Il governatore era atteso da una serie di impegni istituzionali a ponente, compresa una conferenza stampa con l’imprenditore Flavio Briatore. Diverse le perquisizioni in corso a Genova, nelle sedi della Regione Liguria, in via Fieschi e piazza De Ferrari, e nell’appartamento di Toti a Piccapietra.Non solo il governatore ligure Giovanni Toti. Nella maxi indagine della Procura di Genova e dalla Guardia di finanza sono coinvolte altre nove persone destinatarie di misure coercitive e interdittive. L’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il noto imprenditore portuale ed ex presidente del Genoa, Aldo Spinelli, è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari accusato di corruzione nei confronti del governatore Toti e dell’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini. Nei confronti di Signorini, Aldo Spinelli e il figlio Roberto, il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per 570.000 euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati. Divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale anche per il figlio di Aldo Spinelli, Roberto, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.Nell’ambito della maxi indagine della Procura di Genova, il capo di gabinetto del governatore ligure Giovanni Toti ed ex sindaco di Portovenere, Matteo Cozzani, è stato condotto agli arresti domiciliari con l’accusa di “corruzione elettorale” con l’aggravante mafiosa, per aver agevolato l’attività di Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. Cozzani è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. Misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti del governatore Toti, per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga.Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa, commesso al fine di agevolare l’attività di Cosa nostra. Stessa accusa per Venanzio Maurici, per cui scatta l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Anche per il presidente di Ente Bacini del porto di Genova, Mauro Vianello, divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini.Al governatore Giovanni Toti, per cui sono scattati gli arresti domiciliari, la Procura di Genova contesta di aver accettato dagli imprenditori portuali Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e aver ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati in diverse tranche al Comitato Giovanni Toti o al governatore stesso. Secondo l’accusa, in cambio il governatore avrebbe garantito una serie di promesse, tra cui: “Trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo in privata; agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse, controllata al 55% dalla ditta Spinelli srl, come effettivamente avvenuto a fine 2021. Inoltre, il presidente della Regione avrebbe promesso di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante, come effettivamente avvenuto nel corso del 2022. Ancora, le promesse avrebbero riguardato l’assegnazione a Spinelli di un’area demaniale in uso ad Autostrade per l’Italia e di agevolare l’imprenditore nella pratica del tombamento di Calata Concenter, approvata a fine luglio 2022.La lista di accuse non finisce qui. Al governatore Giovanni Toti e al suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, viene contestato di aver accettato la promessa dal consigliere di amministratore di Esselunga, Francesco Moncada, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello pubblicitario esposto su Terrazza Colombo, nel grattacielo genovese di piazza Dante, per la campagna elettorale comunale del giugno 2022, a fronte dell’impegno a sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.Pubblicità elettorale in cambio di sblocco di pratiche di apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona. È questa l’ipotesi accusatoria della Procura di Genova che coinvolge Esselunga nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti. Secondo la ricostruzione dei magistrati i rapporti con Toti e il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, li avrebbe tenuti il consigliere di amministrazione del gigante lombardo della grande distribuzione, Francesco Moncada. Il finanziamento illecito al governatore si sarebbe concretizzato nel pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari.I passaggi pagati segretamente da Esselunga a Toti, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero comparsi sul pannello pubblicitario esposto su Terrazza Colombo, nel grattacielo genovese di piazza Dante, per la campagna elettorale comunale del giugno 2022. In cambio Toti e Cozzani si sarebbero impegnati a sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.Ci sono anche il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi, e il direttore commerciale del Salone nautico di Genova, Alessandro Campagna, nell’elenco degli indagati per corruzione dalla Procura della Spezia, nell’ambito dell’inchiesta madre che ha portato, tra l’altro, agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani. Per Cecchi e Campagna è scattato il divieto di attività di impresa e uffici esercitare professioni, imprese o uffici direttivi.Stesse misure anche per Francesco Fiorino (legale rappresentante della Europa Park, società interamente partecipata dalla Camera di commercio della Spezia e nuovo membro del cda di Atc, la municipalizzata del trasporto pubblico), Giovanni Olcese e Ivan Pitto (imprenditori attivi nel settore pubblicitario). Pitto è anche presidente di Liguria international e membro del consiglio di amministrazione dell’Aeroporto di Genova. Identiche misure cautelari anche per Massimo Gianello, legale rappresentante del comitato della Borgate del Palio del Golfo della Spezia e della società partecipata del Comune di Lerici, Sviluppo turistico Lerici.L’indagine della procura spezzina riguarda fatti avvenuti tra il 2022 e il 2024 e si concentra, anche in questo caso, in uno scambio reciproco di favori tra Matteo Cozzani e gli imprenditori coinvolti. In alcuni casi, spiegano gli inquirenti, Cozzani avrebbe anche ottenuto finanziamenti per l’attività politica della lista del governatore Giovanni Toti, e diverse ospitalità alberghiere per sé e altre persone. Tra i favori contestati all’ex sindaco di Portovenere, un bando di gara per la valorizzazione di una ex scuola.Cozzani viene anche accusato di varie condotte illegali che miravano ad agevolare gli imprenditori Paletti nella realizzazione di un stabilimento balneare sull’isola di Palmaria. Contestati anche episodi di abuso d’ufficio e falsi. La Guardia di Finanza spezzina ha dato esecuzione a diverse perquisizioni tra Genova, Milano, La Spezia e Portovenere e al sequestro preventivo di 215.000 euro, considerati profitto dei reati commessi. Infine, sequestro preventivo da parte dei Carabinieri forestali della Spezia per l’ex scuola dell’infanzia “Michela Ravecca” a Portovenere e per il cantiere nell’ex cava Carlo Alberto sull’Isola Palmaria, ritenuti oggetto delle corruzioni.

Naturalmente i partiti della coalizione di destra-centro di cui Toti, esponente di spicco di Noi Moderati, fa parte, dopo aver spalato montagne di letame sulle opposizioni (Partito Democratico in testa) per le vicende pugliesi, come al solito si sono aggrappati con le unghie e con i denti al garantismo e al terzo grado di giudizio prima di poter anche solo ipotizzare una qualche responsabilità di loro rappresentanti in vicende in cui è persino coinvolta la mafia... naturalmente senza dimenticare l'immancabile richiamo alla giustizia ad orologeria, perché i risultati dell'inchiesta e le misure cautelari sono arrivati in prossimità delle elezioni europee.

Assolutamente, Toti e gli altri accusati di vari reati - di cui per ragioni procedurali non possiamo ancora avere una loro versione dei fatti - non possono essere messi alla gogna e non possono essere definiti colpevoli ancor prima che possa essere istruito nei loro confronti un qualche processo. 

C'è però da chiedersi, almeno per alcuni dei politici coinvolti, visti gli incarichi occupati e viste le dimensioni delle inchieste che li riguardano, se non sia il caso di farsi da parte, proprio nell'interesse dell'amministrazione della regione Liguria, considerando anche che le prossime elezioni regionali si terranno nel 2025.

Sui loro profili social, i leader dei partiti di maggioranza si guardano bene dal commentare il caso Liguria. Non è così, invece, per i partiti di opposizione.

Questo il commento di Fratoianni (AVS):"La commistione fra politica e imprese private con interessi milionari legati alla pubblica amministrazione è una vera e propria malattia da estirpare. Ed è la ragione principale per cui io credo che Toti debba dimettersi e che vada restituita la parola ai cittadini della Liguria. Il mio non è un giudizio sulle questioni di natura giudiziaria, sia chiaro, ma esclusivamente politico. Perché quando si adombrano scambi così pericolosi tra voti, finanziamenti elettorali e pratiche edilizie e concessione di beni pubblici, io penso sia necessario fare un azzeramento".

Movimento 5 Stelle:"Il presidente di Regione Liguria, da questa mattina agli arresti domiciliari, è accusato dalla Procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. È un autentico terremoto giudiziario e a farne le spese in termini di credibilità è la maggioranza di centrodestra che guida la Liguria dal 2015. Destinatari di misure cautelari anche altri big come l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato e direttore generale di Iren, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, ex presidente dei club calcistici Genoa e Livorno.Allarmante pure il secondo filone di indagine: lo spettro del voto mafioso. C’è infatti un’ulteriore parte dell’inchiesta che si concentra su pacchetti di voti che spiegherebbero il boom elettorale del partito di Toti, che alle regionali del 2020 aveva ottenuto lo straordinario risultato del 22% (surclassando partiti della sua stessa maggioranza ben più radicati a livello nazione, come la Lega, 17%, Fratelli d’Italia, 10%, Forza Italia, 5,7%). Dietro quell’exploit ci sarebbero – secondo gli inquirenti – pacchetti di voti garantiti da personaggi vicini a clan mafiosi nisseni originari di Riesi, confluiti nel boom di preferenze registrate da vari candidati totiani. In questo filone, anche il braccio destro di Toti, il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani per cui Procura La Spezia ha disposto gli arresti domiciliari: è indagato per promesse elettorali aggravate dal metodo mafioso, mentre Toti è indagato per il solo reato di promesse elettorali.Il gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle ha già chiesto le dimissioni della Giunta regionale ligure. In tutti questi anni i consiglieri pentastellati – Fabio Tosi e Paolo Ugolini – hanno  più volte segnalato e denunciato, anche con esposti, diverse operazioni quantomeno discutibili. Si tratta di una mole enorme di attività e “sponsorizzazioni” sospette, nonché di utilizzo “allegro” di fondi pubblici. Di fronte alla gravità delle accuse, anche i parlamentari delle commissioni giustizia di Camera e Senato del Movimento 5 stelle e i liguri Luca Pirondini e Roberto Traversi, nonché le europarlamentari Tiziana Beghin e Maria Angela Danzì, chiedono con forza che l’esecutivo faccia un passo di lato subito".


Crediti immagine: @giovatoti