Da alcuni giorni il numero delle vittime del genocidio organizzato dai criminali sionisti dello Stato ebraico con l'altrettanto criminale supporto di Stati Uniti e Europa non è più aggiornato con la stessa puntualità e precisione dei giorni precedenti, a causa del totale collasso delle infrastrutture e delle istituzioni della Striscia di Gaza che, metodicamente, l'IDF sta progressivamente radendo al suolo.

Nelle ultime ore, funzionari di Hamas hanno affermato che sono più di 12.000 i palestinesi – tra cui 5.000 bambini – ad essere stati uccisi dagli israeliani dal 7 ottobre, mentre le persone scomparse sono più di 3.570, tra cui 1.800 bambini.

Ma di questi numeri non fanno parte le vittime odierne, quelle relative a tre attacchi nel sud della Striscia dove le forze israeliane hanno detto ai civili palestinesi di spostarsi per la loro "sicurezza". A Rafah, gli attacchi israeliani hanno causato la morte di sette persone, e quello ad un'abitazione ha provocato la morte di nove civili. In un mercato locale nel centro di Khan Younis, sono stati uccisi altri civili e decine sono quelli rimasti feriti.

E degli oltre 12mila morti non fanno parte neppure i circa 200 palestinesi uccisi in Cisgiordania dove i militari israeliani stanno distruggendo abitazioni, infrastrutture e ospedali, con l'intento di allontanare i palestinesi da quell'area, con il supporto dei terroristi sionisti, indebitamente definiti coloni, che a Gerusalemme est stanno cercando di prendere il controllo del quartiere armeno.

Il genocidio in atto, va ricordato, non è supportato solo con le armi, ma anche impedendo l'arrivo nella Striscia di prodotti essenziali alla sopravvivenza: cibo, acqua, elettricità (controllata da sempre da Israele) e carburante, la cui assenza impedisce di far funzionare i generatori.

I neonazisti del governo Netanyahu, vedi Smotrich, oggi si stracciano le vesti perché sarebbe (dato che venerdì non se ne sono viste) stato "concesso" l'arrivo giornaliero nella Striscia di due camion cisterna di carburante al giorno! Una baggianata, visto che nella Striscia non ne è più presente da tempo e che tale afflusso  equivale a circa il 6% di quanto fluiva giornalmente prima dello scoppio della guerra.

Martin Griffiths, sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza presso le Nazioni Unite, ha affermato che dal 7 ottobre sono state distrutte 41.000 unità abitative, ovvero il 45% di tutte le unità nel territorio bombardato.

"La natura e l'entità dei danni civili sono caratteristici dell'uso di armi esplosive con un'ampia area di effetto in un'area densamente popolata", ha affermato, aggiungendo che "sotto molti aspetti il ​​diritto internazionale umanitario sembra essere stato ribaltato".

Ed è per questo motivo che il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, quasi giornalmente si vede recapitare denunce contro Israele per i crimini di guerra commessi a Gaza. Le più recenti sono quelli di Sud Africa, Bangladesh, Bolivia, Comore e Gibuti.

La Corte penale internazionale ha un'indagine in corso sulla "situazione nello Stato di Palestina" per presunti crimini di guerra commessi dal giugno 2014, ha affermato Khan, precisando che tale indagine è iniziata nel marzo 2021, poco dopo che la Corte aveva stabilito la propria giurisdizione sui territori palestinesi occupati.

Khan ha affermato che l'indagine "si estende all'escalation delle ostilità e della violenza dopo gli attacchi avvenuti il ​​7 ottobre 2023".

E parlando di crimini e criminali, ecco che cosa ha dichiarato oggi il "ministro degli Esteri della Commissione Ue, Josep Borrell sulla situazione nella Striscia:

"La guerra contro Hamas a Gaza è il risultato di un fallimento politico generale della comunità internazionale. L'Unione europea chiede una tregua umanitaria immediata e maggiori opportunità per far sì che gli aiuti raggiungano i civili a Gaza. Ci sono migliaia di vittime civili e Israele deve rispettare il diritto umanitario internazionale. Questa guerra dimostra all'Unione Europea che non può lasciare la questione palestinese senza una soluzione. C'è una crescente violenza da parte dei coloni e l'UE ha sottolineato a Israele che deve controllare la violenza in Cisgiordania".

Dichiarazioni in totale controtendenza con quelle rilasciate da quella sconvolta - difficile trovare termini più civili per commentare quanto da lei detto fino a pochissimi giorni fa - della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che descriveva il genocidio attuato dai sionisti ebrei come "diritto alla difesa di Israele".

La sconvolta tedesca, oltre ad ignorare che con tale affermazione è matematicamente complice dei crimini di guerra di Israele in base a quanto è scritto all'articolo 25 dello Statuto di Roma e pertanto essa stessa deferibile alla CPI, non ha neppure la minima idea di quelli che sono i principi che regolano l'istituzione che lei dovrebbe rappresentare (da lei stessa approvati), riportati nel documento

COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL

oltre a quelli più che consolidati delle convenzioni internazionali in atto da tempo, come la :

GENEVA CONVENTION RELATIVE TO THE PROTECTION OF CIVILIAN PERSONS IN TIME OF WAR OF 12 AUGUST 1949 .



Crediti immagine: twitter.com/Bernadotte22/status/1725380828866265597/photo/1