«Equazione dello sviluppo e del benessere che ha avuto successo ovunque, dove sia stata realizzata.» In questi termini Silvio Berlusconi ha riassunto il programma del centrodestra per le prossime politiche.

Un programma "per la crescita, la sicurezza, le famiglie e la piena occupazione", riassunto in 10 punti: meno tasse; meno Stato invadente, più Stato efficiente, più società; meno vincoli dall'Europa; più aiuto a chi ha bisogno; più sicurezza per tutti; più garanzie per ciascuno; più sostegno alla famiglia; più qualità nella scuola, nell'università e nella sanità pubblica; più autonomie territoriali, migliore governo centrale; più tecnologie, cultura e turismo. Tutela dell'ambiente. Efficientamento energetico.

Ognuno di questi temi è stato poi "spiegato" da ulteriori intenti riassunti in altrettanti slogan. Ed un programma elettorale non può essere altrimenti.



Comunque, a ben guardare, come in passato Berlusconi e i suoi nuovi alleati promettono, alla fine dei conti, che grazie a loro l'Italia diventerà il Paese di Bengodi, addirittura migliore.

I giovani troveranno finalmente lavoro stabile dopo aver studiato in scuole non più fatiscenti con insegnanti preparati e motivati, le famiglie saranno supportate con assegni più "consistenti", aumenteranno gli asili nido, i pensionati avranno più soldi, la sanità sarà migliore, migliorerà anche l'efficienza dello Stato e dei servizi erogati come quello della Giustizia che verrà, per l'ennesima volta, riformata e ci saranno più garanzie per ciascuno, con più aiuto per chi ne avrà bisogno...

E queste sono solo alcune delle meraviglie che spetteranno a ciascun italiano dopo che il centrodestra sarà andato al Governo. Altre numerosissime meraviglie saranno loro concesse... e tutto grazie a che cosa? Ad una drastica diminuzione delle tasse!

Diminuzione che sarà effettuata grazie ad una "riforma del sistema tributario con l’introduzione di un’unica aliquota fiscale unica (Flat tax) per famiglie e imprese, con previsione di no tax area e deduzioni a esenzione totale dei redditi bassi e a garanzia della progressività dell’imposta, con piena copertura da realizzarsi attraverso il taglio degli sconti fiscali." E a tutto questo vanno aggiunte anche ulteriori abolizioni di innumerevoli altre imposte.

Insomma, Berlusconi e i suoi alleati dicono agli italiani che regaleranno a ciascuno un personalissimo genio della lampada per trasformare i sogni in realtà, a partire dall'eliminare ciò che gli italiani, giustamente, odiano di più... pagare le tasse.

Gli italiani pagheranno le tasse della metà rispetto ad ora, con una percentuale (non indicata nel programma) che sarà uguale per tutti: ricchi e "meno" ricchi. Questo come farà a consentire allo Stato di continuare ad offrire i servizi gratuiti (più o meno) finora offerti? Semplicemente perché minori tasse consentiranno maggiori investimenti, che a loro volta aumenteranno il benessere di famiglie e imprese che pagheranno pertanto meno tasse, ma su importi maggiori rispetto ai precedenti, consentendo così allo Stato di continuare a fornire i servizi pubblici come prima e meglio di prima.

Ma potrà mai essere? No. E non solo perché a dirlo, ad esempio, è stato in passato uno come Warren Buffett che ha ritenuto ingiusta e insensata una tassazione unica per tutte le fasce di reddito - perché un ricco non comprerà più altri televisori dopo averne riempite tutte le stanze della propria casa ed il possedere più denaro, da parte sua, non contribuirà così a favorire un aumento della produzione dei beni - ma perché a smentirlo ci sono le esperienze del passato.

Berlusconi ha detto che il programma del centrodestra corrisponde ad una «equazione dello sviluppo e del benessere che ha avuto successo ovunque, dove sia stata realizzata.» È una falsa notizia.

Tale politica è stata applicata in passato anche da Ronald Reagan con il risultato, negli anni seguenti, di condannare l'economia e l’erario pubblico degli Stati Uniti alla recessione.

Già appena un anno dopo dalla messa in atto del provvedimento (1981) di "draconiana" riduzione fiscale, per risistemare i conti arrivò una misura uguale e contraria (il Fiscal Responsibility Act del 1982) alla precedente, e fu solo la prima di una serie di sostanziosi inasprimenti fiscali che si interruppe solo nel 1988, un anno prima dell’insediamento alla Casa Bianca di Bush senior.

Quindi, esiste già la prova che la "magica" politica del centrodestra non è in grado di dare i risultati elencati nel suo programma, specie in un periodo tanto breve rappresentato da cinque anni di legislatura.

Inoltre, va pure ricordato che Reagan governava un Paese "leggermente" più grande dell'Italia, non aveva il debito pubblico dell'Italia, non aveva da sostenere - se non in minima parte - la sanità e l'istruzione pubblica, non aveva i vincoli dell'Unione europea da rispettare e, soprattutto, poteva contare sul fatto che gli Stati Uniti non dipendevano dalla Bce per stampare valuta.

E nonostante tutto ciò, la politica di riduzione fiscale a cui oggi Forza Italia e i suoi alleati - Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia - vogliono ispirarsi fu un fallimento!

Che altro aggiungere?