Il 25 marzo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con la sola astensione degli Stati Uniti, ha approvato una risoluzione per l'immediato cessate il fuoco a Gaza e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

In particolare, nel documento si richiede 

  • che il cessate il fuoco immediato, per il mese di Ramadan, sia rispettato da tutte le parti in conflitto portando ad un cessate il fuoco duraturo e sostenibile;
  • il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie;
  • che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone da essi detenute.

Ovviamente scomposta, come è naturale per lo Stato ebraico, la reazione delle autorità israeliane.

Netanyahu ha annullato il viaggio programmato a Washington di Ron Dermer e Tzachi Hanegbi, suoi principali consiglieri, dopo l'astgensione degli Stati Uniti accusati dal premier di danneggiare, con tale decisione, sia lo sforzo bellico israeliano che la liberazione degli "ostaggi".

Dalle parole dell'ambasciatrice americana all'ONU, Linda Thomas-Greenfield, l'amministrazione Biden sta cercando di giocare su entrambi i campi. Da una parte ha lasciato che la risoluzione venisse approvata per far vedere al mondo e agli elettori dem che gli Stati Uniti sono coscienti che la situazione umanitaria nella Striscia sia insostenibile, dall'altra cercano di mantenere il sostegno a Israele affermando che la risoluzione non sarebbe vincolante.

Adesso, la partita si giocherà sulle interpretazioni e sulle modalità nel mettere o nel poter mettere in atto la risoluzione. E  anche in questo caso, sarà importante vedere quale sarà l'atteggiamento degli Stati Uniti, al momento l'unica nazione - Israele a parte - che possa ostacolare il cessate il fuoco immediato.

Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, la risoluzione deve essere attuata. Il fallimento sarebbe imperdonabile: 

"I combattimenti a Gaza devono finire adesso. Gli ostaggi devono essere rilasciati adesso. E non dobbiamo perdere di vista il quadro generale. Una fine duratura al conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati".

Se Israele, in base alle prime dichiarazioni, sta dando la sensazione di rispondere con il classico "me ne frego" a quanto richiesto dal Palazzo di vetro, ancora non è arrivata in proposito alcuna dichiarazione da parte di Hamas e dalle altre milizie che operano a Gaza.



Crediti immagine: Nazioni Unite, Mark Garten