Ieri, l'argomento principale sui media era costituito da una cena. Oggi, l'argomento principale può esser riassunto nella descrizione di come si è svolta quella cena. Anche il Papa, nella consueta udienza del mercoledì, che ha avuto luogo in piazza San Pietro, ha parlato di cibo. Ma non della sua qualità o della sua abbondanza... e neppure di pranzi o di cene.

La catechesi di Bergoglio voleva ricordare che il benessere porta le persone ad isolarsi fino a rendersi insensibili alle esigenze degli altri. Anche le esigenze primarie come quelle costituite da cibo ed acqua.

Dar da mangiare agli affamati. Dar da bere agli assetati. In questa frase il riassunto dell'invito fatto da Bergoglio ai fedeli: «Quante volte recitiamo il Padre nostro, eppure non facciamo veramente attenzione a quelle parole: dacci oggi il nostro pane quotidiano.»

Inoltre, citando le parole dell'apostolo Giacomo, Francesco ha sottolineato che la fede in sé non serve a nulla se non viene seguita dalle opere. Ancora una volta, il Papa ha messo l'accento su problemi veri, sottolineando la necessità di un impegno concreto da parte di chiunque voglia dirsi seguace di Cristo.

«Di fronte a certe notizie e specialmente a certe immagini, l’opinione pubblica si sente toccata e partono di volta in volta campagne di aiuto per stimolare la solidarietà. Le donazioni si fanno generose e in questo modo si può contribuire ad alleviare la sofferenza di tanti. Questa forma di carità è importante, ma forse non ci coinvolge direttamente.»

È un impegno fisico, un contatto diretto con chi ha bisogno, quello a cui il pontefice ha invitato i fedeli che, solo in questo modo, potranno realmente fare opere di misericordia e, grazie ai doni della condivisione, potranno realmente sentirsi riuniti in una sola comunità che solo così potrà essere definita chiesa.