Il 3 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ, acronimo in inglese) ha comunicato che la prossima settimana, nei giorni 11 e 12 gennaio (giovedì e venerdì) sarà discusso, in udienze entrambe pubbliche, la richiesta avanzata dal Sudafrica di misure provvisorie nei confronti di Israele, accusato di genocidio per i bombardamenti in atto a Gaza da ormai tre mesi.

A seguito del comunicato della ICJ,  l'amministrazione Biden ha lanciato i propri strali nei confronti del Paese africano, con il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matt Miller, che ha affermato che gli Stati Uniti "non vedono alcun atto che costituisca un genocidio" da parte di Israele nella sua guerra contro Hamas, e con il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, che ha etichettato l'iniziativa del Sudafrica infondata, controproducente e completamente priva di qualsiasi base di fatto:

"Israele non sta cercando di cancellare il popolo palestinese dalla mappa. Israele non sta cercando di cancellare Gaza dalla mappa. Israele sta cercando di difendersi da una minaccia terroristica di genocidio. Quindi, se iniziamo a usare quella parola... Bene, ma usiamola in modo appropriato".

Inutile dire che se nel documento del Sudafrica al posto di Gaza vi fosse stato scritto Ucraina e al posto di Israele vi fosse stato scritto Russia, sia Miller che Kirby lo avrebbero sostenuto, definendolo un atto dovuto e sacrosanto!

Nella denuncia presentata il 29 dicembre, il Sud Africa accusa Israele, perché le operazioni dell'IDF contro Hamas "hanno carattere genocida, poiché sono commesse con l'intento specifico richiesto ... di eliminare i palestinesi presenti nella Striscia, con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale.

Il Sudafrica fa riferimento alla Convenzione del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, di cui questi sono i primi due articoli: 

Art. I
Le Parti contraenti confermano che il genocidio, sia che venga commesso in tempo di pace sia che venga commesso in tempo di guerra, è un crimine di diritto internazionale che esse si impegnano a prevenire ed a punire.
Art. II
Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:
a) uccisione di membri del gruppo;
b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.

Israele, in risposta, ha accusato il Sudafrica di diffamazione e ha dichiarato che invierà un proprio rappresentante per dimostrare l'insussistenza dell'accusa, definita ridicola, e supportata anche da dichiarazioni, dopo il 7 ottobre, rilasciate da ministri e parlamentari israeliani e da militari appartenenti all'esercito israeliano in cui si afferma che la volontà di Israele è quella di cancellare Gaza e i palestinesi che vi abitano.

In base al testo della Convenzione, che quanto stia facendo Israele a Gaza sia etichettabile come genocidio è evidente, a partire dalla "confessione" del ministro della difesa Gallant di voler negare ai palestinesi i beni primari per la loro sopravvivenza (cibo, acqua, ecc.), fatto poi verificatosi quasi contestualmente. Poi ci sono i bombardamenti che stanno distruggendo qualsiasi edifico e qualsiasi infrastruttura... oltre a colpire ospedali, scuole e rifugi umanitari. Anche le indicazioni di cui si vanta Israele di indicare luoghi sicuri per evitare i bombardamenti non sono certo un elemento a favore, perché in base a quanto fatto finora, i palestinesi dovrebbero cambiare giornalmente collocazione, visto che il luogo sicuro indicato 24 ore prima non lo è più 24 ore dopo... il che è contro le norme internazionali a tutela dei rifugiati.

Secondo gli esperti, l'unico punto debole dell'accusa di genocidio presentata dal Sudafrica risiede, in base alla giurisprudenza in atto, nel fatto che i reati commessi debbano essere continuati nel tempo. Nel caso specifico, Israele da tre mesi sta bombardando e affamando la Striscia di Gaza dove ha distrutto ben oltre la metà degli edifici per renderla inabitabile, uccidendo (con i dispersi), circa 30mila persone, per la maggior parte bambini e donne, cercando di far morire di fame, di sete e di malattie i sopravvissuti, 2 milioni di persone imprigionate e ammassate in poche decine di metri quadrati di territorio.

Se l'accusa dovesse essere confermata - nel caso della ICJ riguarda lo Stato come istituzione non le persone che lo governano - sarà da vedere se Israele ne rispetterà la sentenza... non è scontato... anzi, è molto probabile l'esatto contrario.