Oggi, 17 febbraio, è la festa dei gatti, una ricorrenza che celebra i nostri amici a quattro zampe e il loro legame con noi. Ma cosa sanno i gatti di noi? E come ci riconoscono? Una recente ricerca ha scoperto che i gatti hanno una sorprendente abilità di riconoscere le voci umane a loro familiari, anche se non sembrano interessati a rispondere.

Lo studio, condotto da Jennifer Vonk, dell’Università di Oakland, e pubblicato su PeerJ Life & Environment, ha esaminato il fenomeno del riconoscimento vocale tra le specie feline, spesso trascurato dalla scienza. I ricercatori hanno sottoposto 25 gatti di varie specie, tra cui leoni, tigri e ghepardi, a esperimenti in cui venivano riprodotte le voci di persone a loro familiari o sconosciute. I risultati hanno mostrato che i gatti reagivano più velocemente, intensamente e a lungo alle voci familiari, indipendentemente dall’uso dei loro nomi o dalla loro storia di addomesticamento.

Questo significa che i gatti sono in grado di distinguere le voci umane e di associarle alle persone che si prendono cura di loro. Tuttavia, questo non implica che i gatti siano affettuosi o obbedienti verso i loro umani. Al contrario, i gatti sembrano usare questa capacità per ignorare le richieste o i comandi dei loro proprietari, dimostrando la loro indipendenza e il loro orgoglio.

“Questo studio suggerisce che i gatti hanno una cognizione sociale più sofisticata di quanto si pensi, e che il contatto stretto con l’uomo, piuttosto che l’addomesticamento, è il fattore chiave per sviluppare questa abilità”, ha dichiarato Vonk. “Tuttavia, questo non significa che i gatti siano interessati a comunicare con noi o a soddisfare le nostre aspettative. Al contrario, i gatti usano questa abilità per manipolare i loro umani e ottenere ciò che vogliono”.

Lo studio ha anche messo in dubbio l’idea che le specie meno sociali abbiano capacità socio-cognitive inferiori a quelle delle specie più gregarie. Infatti, i gatti, che sono noti per essere solitari e territoriali, hanno dimostrato di avere una capacità di riconoscimento vocale paragonabile a quella di cani, scimmie e uccelli.

“Questo studio ci invita a riconsiderare gli stereotipi sui gatti come creature distaccate e indifferenti, e a riconoscere le capacità cognitive di tutte le specie, anche di quelle tradizionalmente considerate meno sociali”, ha concluso Vonk.

In occasione della festa dei gatti, quindi, possiamo celebrare i nostri amici felini riconoscendo la loro intelligenza e il loro carattere. Ma non aspettiamoci che ci ringrazino o ci facciano le fusa. I gatti sanno chi siamo, ma non ci danno troppa importanza.