Dopo aver recuperato dalle fatiche del viaggio, è iniziata questa mattina la visita ufficiale di papa Francesco in Colombia con l'incontro con le autorità locali. È un caledario fitto quello che attende Bergoglio fino a domenica, ma la Colombia è un paese che non può non impegnarlo per i prossimi quattro giorni, considerando che uno degli obbiettivi del suo viaggio è che proseguano gli sforzi per arrivare alla definizione di una pace che sia duratura nel paese.

Nell'incontro tenutosi nel palazzo presidenziale di Bogotá, Francesco ha espresso l'apprezzamento "per gli sforzi compiuti, negli ultimi decenni, per porre fine alla violenza armata e trovare vie di riconciliazione. Nell’ultimo anno certamente si è progredito in modo particolare.

I passi avanti fanno crescere la speranza, nella convinzione che la ricerca della pace è un lavoro sempre aperto, un compito che non dà tregua e che esige l’impegno di tutti. Lavoro che ci chiede di non venir meno nello sforzo di costruire l’unità della nazione e, malgrado gli ostacoli, le differenze e i diversi approcci sul modo di raggiungere la convivenza pacifica, persistere nella lotta per favorire la cultura dell’incontro, che esige di porre al centro di ogni azione politica, sociale ed economica la persona umana, la sua altissima dignità, e li rispetto del bene comune. Che questo sforzo ci faccia rifuggire da ogni tentazione di vendetta e ricerca di interessi solo particolari e a breve termine.

Quanto più difficile è il cammino che conduce alla pace e all’intesa, tanto più impegno dobbiamo mettere nel riconoscere l’altro, sanare le ferite e costruire ponti, nello stringere legami e aiutarci a vicenda."

Il Papa ha poi aggiunto, facendo riferimento a temi che spesso ha espresso nei documenti ufficiali da lui prodotti in questi anni, che "non è la legge del più forte, ma la forza della legge, quella che è approvata da tutti, a reggere la convivenza pacifica.

Pertanto, occorrono leggi giuste che possano garantire tale armonia e aiutare a superare i conflitti che hanno distrutto questa azione per decenni; leggi che non nascono dall’esigenza pragmatica di ordinare la società bensì dal desiderio di risolvere le cause strutturali della povertà che generano esclusione e violenza."

Poiché "l’ingiustizia è la radice dei mali sociali", il Papa ha invitato le autorità a "rivolgere lo sguardo a tutti coloro che oggi sono esclusi ed emarginati dalla società, quelli che non contano per la maggioranza e sono tenuti indietro e in un angolo.

Tutti siamo necessari per creare e formare la società che non si fa solo con alcuni di sangue puro, ma con tutti. E qui sta la grandezza e la bellezza di un Paese: nel fatto che tutti sono accolti e tutti sono importanti. Nella diversità sta la ricchezza."

Bergoglio ha poi indicato anche la Chiesa come mezzo e supporto alla "costruzione di una società libera dalla violenza."

E in conclusione Francesco ha fatto riferimento ad uno dei colombiani più famosi non solo nel Paese ma nel mondo intero, Gabriel García Márquez, per dar voce alla speranza di "una nuova e travolgente utopia della vita, dove nessuno possa decidere per gli altri persino il modo di morire, dove davvero sia certo l’amore e sia possibile la felicità, e dove le stirpi condannate a cent’anni di solitudine abbiano infine e per sempre una seconda opportunità sulla terra.

La solitudine di stare sempre gli uni contro gli altri si conta ormai a decenni e sa di cent’anni; non vogliamo che qualsiasi tipo di violenza restringa o annulli ancora una sola vita. E ho voluto venire fino a qui per dirvi che non siete soli, che siamo tanti a volervi accompagnare in questo passo; questo viaggio vuole essere un incitamento per voi, un contributo che spiani un po’ il cammino verso la riconciliazione e la pace. Siete presenti nelle mie preghiere. Prego per voi, per il presente e per il futuro della Colombia".