Anche in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, non ci ha risparmiato il "pistolotto" al riguardo... in fondo è pagato per questo:

«Drammatici fatti di cronaca scuotono le coscienze del Paese. Una società umana, ispirata a criteri di civiltà, non può accettare, non può sopportare lo stillicidio di aggressioni alle donne, quando non il loro assassinio.La pena e il dolore insanabili di famiglie e di comunità ferite sono lo strazio di tutti.Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c'è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini.La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne richiama tutti a un rinnovato, personale, impegno.Non soccorrono improvvisate analisi di psicologia sociale a giustificare la persistenza di una piaga che non si riesce a guarire nonostante gli sforzi.Abbiamo bisogno del lavoro delle Istituzioni, delle associazioni, del mondo produttivo, della scuola, della cultura, del contributo di ciascuno, per sradicare un fenomeno che tradisce il patto su cui si fonda la nostra stessa idea di comunità.Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell'esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza.Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica.Un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l'accettazione dell'altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l'eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l'Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell'eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere».

Pure la capa di Governo, sua Eccellenza Giorgia Meloni, non è voluta essere da meno, precedendo pure Mattarella di qualche ora, con la messinscena organizzata ieri sera a Palazzo Chigi e relativo comunicato: 

"Domani che è il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.Assume un significato particolare in giorni come questi. E io mi sono interrogata su quale sia in fondo l'utilità delle ricorrenze, anche della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le ricorrenze di solito servono a tenere acceso un riflettore, ma quando una donna muore ogni tre giorni, quel riflettore è acceso continuamente. Allora penso che il valore della Giornata che si celebra domani sia soprattutto quella, chiaramente, di continuare a fare sensibilizzazione su questo tema e sia soprattutto una ricorrenza che serve a tutti quelli che possono fare qualcosa per fare i conti con il proprio lavoro, per fare i conti con quello che è stato fatto, con quello che ancora può essere fatto.Noi, dall'inizio del nostro lavoro come Governo, abbiamo fatto un lavoro che io considero molto importante, per il quale voglio ringraziare soprattutto il Ministro Roccella, ma tutto il Consiglio dei Ministri. Abbiamo aumentato i fondi per i centri antiviolenza, l'abbiamo portati a un livello che non era mai stato visto prima. Come sapete, qualche giorno fa è stata approvata una legge contro la violenza sulle donne - che è stata provata all'unanimità e di questo ancora una volta devo ringraziare tutte le forze politiche, perché ci sono dei terreni sui quali si riesce ad andare oltre agli steccati, si riesce a lavorare insieme - e quella legge rende molto più efficaci gli strumenti di prevenzione, molto più veloci perché la velocità in questa materia può salvare la vita di una persona. Abbiamo lavorato su questo, abbiamo, come sapete, reso strutturale con la manovra finanziaria il contributo per le donne vittime di violenza che necessitano di sostegno economico.Non basta, non basta. C'è tanto altro che bisogna fare e io credo che vada fatto - se ne parla molto in questi giorni - sul piano culturale, anche un lavoro che abbiamo fatto: campagne nelle scuole, campagne che coinvolgono esponenti del mondo della cultura, stasera coinvolgono tanti campioni dello sport - e di questo li ringrazio per la loro sensibilità, ringrazio il Ministro Abodi per aver voluto partecipare.Tutto quello che può servire ad entrare nella coscienza delle persone: le scuole sicuramente - è stata presentata la campagna all'interno delle scuole dal Ministro Roccella, dal Ministro Valditara - e forse anche una lettura più profonda della società nella quale viviamo, dell'impatto che la modernità, dell'impatto che il Covid hanno avuto sulla società, hanno avuto particolarmente sui più giovani, andare a fondo di questi problemi per essere più efficaci nelle risposte che possiamo dare sul piano psicologico, sul piano culturale. Stasera siamo qui per dire con un numero di telefono, con un numero alle donne italiane che non sono sole. Voi lo vedete, qua dietro: 1522. [...]Quindi grazie a loro, grazie al Ministro Roccella, grazie al Ministro Abodi per questa immagine che speriamo arrivi a tutte le donne italiane. Grazie anche a voi". 

È la stessa Giorgia Meloni che non manca occasione di far sapere e dimostrare all'universo mondo quanto sia sovrapponibile la sua politica con quella dell'Ungheria di Orban di cui, a suo dire, è strettissima alleata! 

Bene. Allora è conveniente ricordare, ai più distratti che il 5 maggio 2020, il Parlamento ungherese che da anni sostiene Orban non ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica (Convenzione di Istanbul), firmata nel 2014. Nell'occasione, il direttore di Amnesty International Ungheria David Vig rilasciò questo commento:

"Si tratta di una decisione estremamente pericolosa, considerato che dall'inizio del contenimento a causa della pandemia da Covid-19 i casi di violenza domestica sono raddoppiati. Non solo ora le ragazze e le donne corrono maggiori pericoli ma i violenti sanno che le loro azioni non saranno perseguite. Anche prima della pandemia, il governo non era stato in grado di prevenire e combattere la violenza contro le donne, con un numero vergognosamente basso di indagini e processi. Il governo sostiene che la Convenzione promuove l'immigrazione illegale e prescrive pericolose ideologie di genere: siamo di fronte a un palese tentativo di sviare l'attenzione dall'incapacità delle istituzioni ungheresi di tutelare le ragazze e le donne dalla violenza".

C'è bisogno di altri esempi per sostenere l'ipocrisia della premier Meloni e del suo governo? No, ma aggiungiamo comunque la nota diffusa ieri da ActionAid che riguarda la ministra Roccella, l'integralista ultra-cattolica nominata ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità: 

"ActionAid risponde alle dichiarazioni della Ministra Roccella diffuse oggi ai media dando punto per punto risposte alle critiche sollevate al proprio lavoro di analisi ed alla metodologia su cui si basa. A scanso di equivoci e interpretazioni parziali, nel rapporto Prevenzione sottocosto ActionAid sottolinea fin dalla prima pagina il significativo aumento dei fondi antiviolenza registrato in particolare nell'ultimo quadriennio e, soprattutto, nell'ultimo anno ad opera del Governo in carica, con tanto di grafico esplicativo. Allo stesso tempo però ActionAid evidenzia che alla data di chiusura del report (15 ottobre 2023), non era disponibile alcuna notizia in merito alla programmazione dei fondi stanziati per il 2023. Fatto particolarmente grave, visto che la spesa era determinata dalla legge di bilancio licenziata nel dicembre 2022. Grave soprattutto perché si tratta di fondi che vanno in larga percentuale a sostenere il lavoro dei centri antiviolenza e delle case rifugio e quindi le donne che subiscono violenza. Come ricorda la Ministra, ActionAid fa parte dell'Osservatorio nazionale antiviolenza e la scarsa attenzione al tema della prevenzione primaria era stato sollevato anche per iscritto il 27 febbraio 2023 in seguito alla prima riunione dell'Osservatorio stesso allora convocato. Inoltre, il 28 settembre 2023 ActionAid, attraverso lo strumento dell'accesso civico generalizzato, ha chiesto formalmente al Dipartimento per le pari opportunità informazioni relative ai fondi antiviolenza e agli interventi fino a quel punto realizzati. Proprio sulla base di quanto ci è stato fornito, sono state sviluppate le analisi diffuse nelle ultime settimane. Abbiamo peraltro appreso con sconcerto che la ministra non ritiene necessario adottare il documento operativo del piano nazionale antiviolenza 2021-2023, che avrebbe dovuto indicare gli interventi da realizzare, chi ne abbia la responsabilità realizzazione, con quali tempi e con quali risorse. Al dovere di trasparenza istituzionale si sostituiscono dichiarazioni pubbliche e ogni tanto dei bandi, i cui risultati si rendono noti dopo mesi e mesi. Ogni 72 ore viene uccisa una donna in questo Paese. I fondi antiviolenza per le strutture di accoglienza, anche se incrementati, continuano ad essere inadeguati rispetto ai bisogni documentati e arrivano a destinazione con colpevole ritardo. Con il disegno di legge appena approvato al Senato (dunque comunque dopo la pubblicazione del rapporto di ActionAid), il Governo promuove azioni di prevenzione che vanno a rispondere a casi di violenza contro le donne già avvenuti, senza prevedere alcuna copertura finanziaria. La prevenzione primaria, fondamentale affinché la violenza non venga agita, viene invece affidata ad “Educare alle relazioni”, un progetto sperimentale extracurriculare nelle scuole secondarie, come se non fosse fondamentale sensibilizzare le bambine e i bambini fin da piccoli e anche le persone adulte, che hanno la responsabilità di educarli. Annunciato da una conferenza stampa dopo l'ennesimo caso di femminicidio, il progetto non ci risulta essere stato discusso nell'ambito dell'Osservatorio e soprattutto, elemento particolarmente preoccupante, non valorizza i saperi e le competenze dei centri antiviolenza e delle esperienze consolidate esistenti da anni in Italia. Pur riconoscendo che vi sono stati avanzamenti nel corso del tempo nella lotta alla violenza da parte delle istituzioni, ActionAid nel proprio ruolo di organizzazione indipendente, che ha come unico obiettivo quello di contribuire all'avanzamento dei diritti umani nel nostro come in altri 70 paesi, denuncia regolarmente le sfide che permangono nell'ambito della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere e le mancanze delle istituzioni, a prescindere dal colore politico del governo in carica. Tale ruolo di watchdog è riconosciuto alla società civile organizzata in tutte le convenzioni internazionali ratificate dall'Italia come elemento indispensabile al buon funzionamento di uno stato democratico. Riteniamo pertanto grave l'accusa indirizzata da parte della Ministra Roccella di fake news verso la nostra organizzazione, visto che le analisi pubblicate da ActionAid si basano su norme e documenti pubblicati dalle amministrazioni sui siti istituzionali e ottenuti anche da richieste di accesso civico inviate ai vari Ministeri competentiInvitiamo dunque la Ministra a dare seguito alla volontà dichiarata di investire maggiori risorse sulla prevenzione primaria della violenza, secondo una strategia multilivello definita congiuntamente alla società civile e in particolare i centri antiviolenza".