"La furbizia intuitiva e la rapidità erano le virtù più evidenti. Aveva una falcata cortissima, il suo correre ricordava il pedonare svelto e un po’ claudicante dei volatili, giocava ala destra e stava sempre in agguato, pronto a ribattere in goal una respinta del portiere o un rinvio maldestro dell’avversario."
- A. Caroli

Dribbling stretto e fulminante, tiro implacabile e grande opportunismo, ribattezzato "Uccellino" per la leggerezza soave con cui levitava in campo, Kurt Hamrin arriva in Italia nel 1956, fortemente voluto da Gianni Agnelli.

Dopo una sola stagione in bianconero, complici una serie di infortuni che ne limitano il rendimento ed il concomitante arrivo a Torino di Charles e Sivori, lo svedese viene girato in prestito al Padova di Nereo Rocco, dove disputa un ottimo campionato condito da 20 realizzazioni in 30 gare.

Nel '58 si trasferisce a Firenze e vi rimane per nove anni divenendo, fino all'avvento di Batistuta, il miglior marcatore della storia viola con 151 reti all'attivo.

Ormai trentatreenne, quando sembra vicino al tramonto, viene ceduto al Milan tra le proteste dei tifosi gigliati; in rossonero ritrova il Paron e vive una seconda giovinezza, tanto che in due stagioni vincerà Coppa delle Coppe, scudetto e Coppa dei Campioni.

Emigrerà infine al Napoli, dove, a quasi trentasette anni, chiuderà una lunga e gloriosa carriera. Compie oggi gli anni l'Uccellino Kurt Hamrin.