Aveva solo 20 anni. Era un bravo ragazzo. Non si può morire così sul lavoro. Non è giusto. 

Filippo Falotico, 20 anni, era il più giovane dei tre operai morti sul lavoro a Torino. Filippo è rimasto schiacciato dalla gru di un  cantiere, caduta su un palazzo di sei piani in via Genova 107 a Torino. Le altre vittime sono Roberto Peretto, 52 anni, di Cassano d’Adda e Marco Pozzetti, 54 anni di Carugate.  

Filippo era il più giovane tra le vittime di questa ennesima e assurda strage sul lavoro. Era di Coazze (Torino).  Aveva tanti sogni che sono rimasti lì,  sotto quella maledetta gru. Filippo Falotico era molto conosciuto e stimato. Un lavoratore instancabile entusiasta del suo lavoro come montatore di gru. Tre settimane fa, sul suo profilo instagram, aveva pubblicato una sua foto con alle spalle la Mole Antonelliana ed aveva scritto:  “Iniziare con la pioggia e finire con il sole, freddo gelido e caldo insopportabile. Ma la vista ripaga sempre”. 
A Filippo bastava poco per essere felice. Sapeva assaporare ogni attimo di vita. Era davvero un ragazzo con la testa a posto. Un ragazzo diventato già uomo con il lavoro. Un giovane di 20 anni  che voleva solo vivere con il proprio stipendio, sudando e lavorando ogni giorno.  Ora Filippo non c'è più. Una giovane vita strappata all'affetto dei suoi familiari, dei suoi amici e della sua cittadina.

TRE VITTIME, tre operai, che si aggiungono alla lista infinita di persone che continuano a morire in Italia per un pezzo di pane. Altre tre vite distrutte. Altre famiglie distrutte. Le parole non servono. Servirebbero forse applicazioni e controlli più severi che, anche stavolta, resteranno solo parole che creeranno solo ulteriore amarezza, ulteriore rabbia e ulteriorie dolore. Tutto ciò non è tollerabile in un Paese che si definisce civile. 

Alle famiglie ed agli amici di Filippo,  Marco e Roberto, le nostre più sentite condoglianze.