Martedì, la Commissione Lavoro della Camera, nel finale di seduta, ha ripreso l'esame del ddl sul salario minimo presentato dalle opposizioni. Questo, il resoconto di ciò che è accaduto.

Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che l'avvio della discussione in Assemblea del provvedimento in titolo, iscritto nel calendario vigente in quota opposizione, già previsto per venerdì 28 luglio, è stato anticipato a giovedì 27 luglio 2023. Comunica che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna, ha convenuto all'unanimità che non sussistono le condizioni per procedere alla votazione degli emendamenti presentati alla proposta di legge, la cui calendarizzazione in Assemblea, come detto, è stata anticipata a giovedì 27 luglio, né per procedere alla votazione sul conferimento del mandato alla relatrice. Appaiono infatti troppo limitati i tempi rimasti a disposizione al fine di rispettare la calendarizzazione in Assemblea, anche per i concomitanti impegni della Commissione dovuti all'esame, in congiunta con la I Commissione, degli emendamenti al decreto-legge n. 75 del 2023, che occuperà in particolare la giornata di domani, entro cui dovrebbe concludersi l'esame del decreto legge con il conferimento del mandato ai relatori. Avverte, pertanto, che riferirà all'Assemblea, nel corso della discussione sulle linee generali, sull'esito dei lavori della Commissione e sulle ragioni per le quali non si è proceduto all'esame degli emendamenti e al conferimento del mandato alla relatrice. Ricorda che, se non vi sono obiezioni, la discussione in Assemblea, anche in assenza del conferimento del mandato alla relatrice, sarà comunque svolta sulla proposta di legge C. 1275 Conte, adottata quale testo base dalla Commissione nel corso dell'esame in sede referente. Così rimane stabilito. Arturo SCOTTO (PD-IDP) sottolinea come sul provvedimento si sia svolta una discussione ampia e approfondita, che ha assunto i connotati di una vera lotta politica poiché la materia affrontata rappresenta una battaglia dell'opposizione. Evidenzia, tuttavia, che la conclusione dell'iter in Commissione è avvenuta in modo assai complesso e difficile da spiegare a chi non conosce a fondo i regolamenti parlamentari. Infatti, la scelta di non votare il mandato al relatore sottintende, a suo avviso, la volontà di non concedere aperture all'opposizione e nasconde le difficoltà politiche della maggioranza che preferisce non procedere alla votazione dell'emendamento interamente soppressivo. Ritiene, infatti, che la maggioranza si sia accorta della rottura con il Paese provocata dalla contrarietà all'introduzione del salario minimo, misura diffusa in molti sistemi economici anche liberisti e, per tale ragione, cerchi ora di individuare una soluzione di comodo. Si domanda, quindi, chi nel Governo abbia voce in capitolo e non intravede grandi spiragli nell'esame che si svolgerà in Assemblea perché la maggioranza non ha avuto la forza di proporre una proposta unitaria come, invece, hanno fatto le opposizioni. Conclude dichiarando di essere disponibile a continuare la discussione anche fuori dal Parlamento. Valentina BARZOTTI (M5S) considera importante che il provvedimento giunga comunque in Assemblea e rimarca la bontà della proposta di legge C. 1275 a prima firma dell'onorevole Conte, adottata come testo base, sottolineando che questa offre una soluzione concreta a un problema reale. Apprezza che la maggioranza abbia deciso di non votare l'emendamento interamente soppressivo, ma manifesta preoccupazione per la proposta sul salario ricco che il Ministro Tajani ha annunciato. Ribadisce, quindi, la validità della proposta di legge del suo gruppo parlamentare che è semplice ed efficace e invita la maggioranza a convergere su di essa in considerazione dell'urgenza di approvare un provvedimento di cui il Paese avverte fortemente il bisogno. Antonio D'ALESSIO (A-IV-RE) coglie due aspetti positivi nella comunicazione fatta dalla presidenza. Il primo riguarda la scelta operata dalla maggioranza di non procedere alla votazione dell'emendamento che avrebbe soppresso l'intero testo della proposta di legge. Il secondo, che il dibattito non si esaurisce oggi, ma prosegue nell'ambito dell'esame in Assemblea. Walter RIZZETTO, presidente, precisa che l'emendamento soppressivo non è stato ritirato. Conviene, quindi, con l'onorevole Scotto che il dibattito in Commissione è stato intenso e sottolinea come sia la maggioranza che l'opposizione, pur da punti di vista differenti, concordano che qualcosa vada fatto. Ringrazia, quindi, tutti i gruppi per l'ampio dibattito che ha segnato un passaggio importante nei lavori della Commissione. Avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Che cosa accadrà adesso?

La proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo sarà discussa in Aula alla Camera, a partire da giovedì 27 luglio. In Aula si confronteranno i due orientamenti: quello della maggioranza, favorevole alla sospensiva per riprendere l'esame del provvedimento alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva, anche considerando che Giorgia Meloni ha dato disponibilità al confronto sul tema, e quello delle opposizioni, contrarie alla sospensiva fino all'autunno e pronte a continuare l'esame della proposta di legge anche ad agosto. 

Ma rinviare l'esame del provvedimento, per Fratoianni di AVS, non è la strada per aiutare chi ha bisogno:

"Per Meloni il salario minimo è solo uno slogan che funziona.Forse per lei, che di certo non ha problemi ad arrivare alla fine del mese. Per milioni di lavoratori e lavoratrici significa invece portare il piatto in tavola. Per tante madri e padri significa garantire ai propri figli opportunità e serenità. Per intere generazioni di giovani significa immaginare un futuro che non sia solo sfruttamento e deprivazione.Da parte di tutti loro, mandiamo un SMS a Meloni: scenda dal trono e si faccia un giro nell'Italia, quella vera. Forse così capirà perché il salario minimo non è uno slogan che funziona, ma una battaglia di civiltà e dignità. Salario Minimo Subito".