Sono stati resi pubblici - anticipati in precedenza da Politico - i contenuti del rapporto in base al quale di Dipartimento di Stato doveva riferire se ritenesse credibili le rassicurazioni fornite da Israele che l'utilizzo delle armi inviategli dagli Usa non sia avvenuto in violazione del diritto statunitense e/o internazionale.

Le conclusioni raggiunte dal Dipartimento di Stato sono un esempio di equilibrismo al limiote del ridicolo che, in Italia, richiamano alla memoria le dichiarazioni degli esponenti democristiani quando erano al culmine della loro gloria.

"It is reasonable to assess" that Israel used American-provided weapons in ways that are "inconsistent" with international law.
"È ragionevole valutare" che Israele abbia utilizzato armi fornite dagli americani in modi “incoerenti” con il diritto internazionale.

Questo il cuore della valutazione del Dipartimento di Stato che, nonostante tutto l'impegno per evitare di dire pane al pane e vino al vino, ammette comunque che l'utilizzo su Gaza da parte di Israele delle bombe fornite dagli americani è stato fatto violando il diritto internazionale, commettendo pertanto dei crimini di guerra... che si vogliano o meno chiamare genocidio è del tutto inutile, visto che in ogni caso gli oltre 40mila morti di certo non risusciterebbero.

L'affermazione servirà però alle lobby sioniste, allo Stato ebraico e a Biden di cercare di mantenersi a galla nel continuare a camminare sul filo del rasoio per consentir loro di non rinnegare quanto fatto in passato, pretendendo pure di aver agito correttamente. Politica e vergogna, è noto da tempo, viaggiano sempre a braccetto.

Oltretutto nel rapporto non si dice che debbano essere prese misure contro Israele, come non si rammenta, neppure, che Israele, doo aver posto Gaza sotto assedio, ha successivamente impedito un flusso sufficiente e continuo nell'arrivo degli aiuti umanitari, altre palesi violazioni del diritto internazionale.