A luglio, Istat stima una sensibile diminuzione dell'indice di fiducia dei consumatori che da 108,6 passa a 106,7. Diversamente, l'indice composito di fiducia delle imprese fa segnare un incremento, passando da 108,2 a 109,1.


L'indice di fiducia dei consumatori pur riducendosi, si mantiene comunque sopra il livello medio del periodo gennaio-giugno 2023. Si registra un deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale, dovuta alle attese sulla disoccupazione e sulla situazione economica personale.

Questi i risultati dei quattro indicatori che, calcolati mensilmente, riflettono le variazioni delle singole variabili: il clima economico e il clima futuro diminuiscono rispettivamente da 127,6 a 123,4 e da 118,4 a 115, mentre il clima personale e quello corrente hanno una diminuzione più contenuta, passando rispettivamente da 102,2 a 101,1 e da 102,0 a 101.


Per quanto riguarda le imprese, tutti i settori registrano un aumento dell'indice di fiducia, tranne quello manifatturiero. Nello specifico, l'indice di fiducia aumenta nei servizi di mercato (da 103,7 a 105,6), nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 111,2) e soprattutto nelle costruzioni (da 162,5 a 166,5). Al contrario, nel settore manifatturiero l'indice è in calo, passando da 100,2 a 99,3.

Per quanto riguarda le componenti dell'indice di fiducia nella manifattura, migliorano le opinioni sugli ordini e aumentano le attese sul livello della produzione, mentre le scorte rimangono sostanzialmente stabili. Nei servizi di mercato e nelle costruzioni, tutte le componenti mostrano un orientamento ottimista, mentre nel commercio al dettaglio i giudizi favorevoli sulle vendite sono accompagnati da un aumento del saldo delle opinioni sulle scorte e da una diminuzione delle attese sulle vendite.

Per quanto riguarda le domande rivolte alle imprese manifatturiere trimestralmente, si stima una diminuzione per la terza volta consecutiva del numero di imprese che segnalano ostacoli alla produzione (la relativa percentuale passa dal 39,3% stimato ad aprile 2023 al 38,2% a luglio 2023); tra queste ultime, cresce la quota di imprese che evidenziano, tra gli ostacoli stessi, l'insufficienza della domanda.