L'ennesimo massacro compiuto ieri dall'esercito dello Stato ebraico a Gaza, per molti è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sostenibilità nel supportare come dovuto il genocidio in atto nella Striscia. 

Le decine di persone palestinesi trucidate, colpevoli di contendersi del cibo per cercare di non morire di fame, sono state un pugno nello stomaco per l'opinione pubblica, ad ulteriore conferma del fatto che, come è sempre stato negli ultimi decenni, Israele continua letteralmente a fregarsene del diritto internazionale e del rispetto dei diritti umani... se questi riguardano il popolo palestinese.

La barzelletta dell'etichetta di antisemita a chiunque denunci i crimini dello Stato ebraico oramai non regge più... come non avrebbe mai dovuto reggere neppure in passato: un criminale è tale se compie un crimine, ed un crimine è tale anche quando è compiuto da una persona che professa la religione ebraica!

E non esiste neppure alcuna giustificazione possibile nel voler pretendere di spiegare un crimine come risposta ad un crimine precedente! 

Israele ha raso al suolo la Striscia di Gaza, ne ha ucciso 30mila persone di cui in gran parte donne e bambini, altre migliaia stanno marcendo sotto le macerie, oltre 70mila sono i feriti di cui molti mutilati, costringendo i due terzi della popolazione a rifugiarsi a ridosso del confine egiziano... ed ancora continua con ancor più ferocia di prima ad attaccare la Striscia da nord a sud bombardando i civili con aerei, droni, navi, carri armati, obici... mentre la popolazione sta letteralmente crepando di fame e di sete.

E non è che le cose vadano meglio in Cisgiordania, dove Netanyahu e i suoi criminali hanno pure mascherato i coloni ebrei da soldati, fornendoli di armi da guerra.

E l'occidente si indigna solo per Putin?

Se i diritti umani sono un valore da difendere, allora non ci sono più scuse. I paesi occidentali devono prendere le distanze dallo Stato ebraico, condannarne pubblicamente il genocidio, ritirare le loro rappresentanze diplomatiche, applicare sanzioni a Tel Aviv, riconoscere lo Stato palestinese e avviare tutte le iniziative possibili per l'invio di una forza di pace multinazionale a Gaza e l'inizio di colloqui a oltranza per una soluzione alla coesistenza di Israele e Palestina.

È l'unica strada per l'occidente per riprendersi un po' dell'enorme credibilità finora perduta nel rendersi complice dei crimini di Netanyahu e dei suoi ministri. 

Crimini a cui lui non vuol porre fine... anche perché la guerra per eliminare la resistenza armata da Gaza era una guerra già assurda in partenza, come aveva detto pubblicamente il presidente Macron. Che l'esercito israeliano sia in difficoltà, lo dimostra il fatto che adesso Gallant non ritiene più plausibile che le persone arruolabili della comunità haredi debbano essere esentate dal servizio di leva. Gallant ha bisogno di 7mila nuovi soldati e nessuno in Israele deve sottrarsi all'obbligo di indossare una divisa. L'IDF diceva di avere il controllo del nord della Striscia, ma non è così... in quell'area si continua a combattere.

Inoltre, i bombardamenti continuano ad uccidere gli israeliani detenuti a Gaza. Nell'ultima comunicazione delle Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas, altri sette israeliani sono stati uccisi dalle bombe del loro stesso esercito.