Nella mattina di giovedì, nella chiesa di S. Francisco de Asis a Panama, Papa Francesco ha incontrato i vescovi dell'America centrale, invitandoli ad essere profeti di una Chiesa "umile e povera, non arrogante né piena di orgoglio, seguendo l'esempio di Sant'Oscar Romero."

Nell'occasione del suo viaggio apostolico a Panama, Francesco ha incontrato i vescovi del Sedac, il Segretariato episcopale dell'America Centrale che riunisce i presuli delle Conferenze episcopali di Panama, El Salvador, Costa Rica, Guatemala, Honduras e Nicaragua.

Per il Papa, l'esempio di Mons. Romero deve essere "fonte costante d'ispirazione" per Chiese e vescovi, perché "appellarsi alla figura di Romero significa appellarsi alla santità e al carattere profetico che vive nel Dna" delle Chiese centroamericane.

Francesco ha poi ricordato "l'apporto e il rinnovamento magisteriale" che ha significato per Romero il Concilio Vaticano II, in cui "trovava la mano sicura per seguire Cristo. Non è stato ideologo né ideologico; la sua azione è nata da una compenetrazione con i documenti conciliari. Illuminato da questo orizzonte ecclesiale, sentire con la Chiesa significa per Romero contemplarla come Popolo di Dio."

Molti i temi trattati dal Papa nel suo discorso, dove ha parlato della necessità di rubare i giovani alla strada, di combattere violenza domestica e femminicidio, senza dimenticare di citare la cultura dello scarto, invitando la Chiesa ad "accogliere, proteggere, promuovere e integrare."

Francesco ha poi ricordato i sacerdoti, su cui ricade la responsabilità del Popolo di Dio, invitando i vescovi ad essere per loro padri, mettendo da parte quel "clericalismo tristemente diffuso" che rappresenta invece "una caricatura e una perversione del ministero."