Il 17 novembre, presso l'Associazione stampa estera a Roma, alla vigilia della prima Giornata mondiale dei Poveri che si celebra il 19 novembre, è stato presentato da Caritas Italiana il "Rapporto su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia", realizzato da Caritas Italiana, oltre a quelli nazionali di Caritas Malta e di Caritas Portogallo.

La pubblicazione, che quest'anno è arrivata alla sua 16a edizione, si intitola "Futuro anteriore" e si concentra sul tema della povertà giovanile in Italia e in Europa. Come dichiarato dalla stessa Caritas, "questa scelta è in sintonia con l’attenzione di tutta la Chiesa alle future generazioni, a partire dalla recente 48a Settimana sociale dei Cattolici italiani di Cagliari (26-29 ottobre) e della prossima XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi della Chiesa universale, che si svolgerà nel mese di ottobre 2018 e che avrà come tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale."

Il rapporto, redatto su dati raccolti da Caritas e su dati pubblici aggiornati al 2017, presenta "le principali aree di criticità della condizione giovanile, nelle sue diverse aree di vulnerabilità. È inoltre riportato nel testo un panorama delle iniziative Caritas nel settore del disagio giovanile, oltre ad alcune proposte e riflessioni sullo stato delle politiche di contrasto della povertà in Italia e in Europa."

Vulnerabilità dei giovani, tra l'altro, che emerge con chiarezza anche dal "Cares Report", rapporto sulla povertà realizzato da Caritas Europa "che sarà presentato nei primi mesi del 2018 e che comprende anche dei report specifici sulle differenti situazioni nazionali".


Il Rapporto 2017 di Caritas Italiana può semplicemente essere riassunto con la banale frase che per i giovani non c'è futuro... un'evidenza che, comprovata dai fatti, era comunque nota da tempo!

Quali sono invece i dati scientifici che lo confermano? Nella fascia di età tra 18 e 34 anni è povera 1 persona su 10 e il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani, dato in ascesa rispetto agli anni precedenti.

Ma ad essere in crescita è anche il numero complessivo di poveri, che in 10 anni sono aumentati del 165,2%, tanto che nel 2016 le persone in grave povertà erano 4 milioni 742mila.

Come ormai molti davano già per certo, anche i dati dimostrano che in Italia "i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti stanno peggio dei nonni". Pertanto, ne consegue che "il futuro di molti giovani in Italia non è serenamente proiettato verso l’avvenire".

Quindi, i base a quello che rileva la Caritas, la povertà in Italia cresce in modo direttamente proporzianale al diminuire dell’età. Nell’ultimo decennio l’incidenza della povertà tra i giovani tra 18 e 34 anni è passata dall’1,9% al 10,4%! Al contrario, la percentuale di povertà tra gli over 65 è passata dal 4,8% del 2007 all’attuale 3,9%.

"Rispetto al passato, ad essere maggiormente penalizzati dalla povertà economica e dall’esclusione sociale non sono più gli anziani o i pensionati, ma i giovani."

Il problema, purtroppo, finisce anche per includere i minori che in Italia, ormai, sono 1 milione 292mila che versano in uno stato di povertà assoluta, pari al 12,5% del totale. E se i minori sono poveri, va da sé che risultano altrettanto povere le famiglie dove più elevato è il numero di figli non maggiorenni.

Se in una famiglia vi sono tre o più figli minori, l’incidenza della povertà assoluta sale al 26,8%. Tale dato riguarda quasi 138mila famiglie e oltre 814mila individui. Risulta ampio il divario relativo all’incidenza della povertà tra i nuclei di soli stranieri (25,7%) e misti (27,4%) rispetto a quella di soli italiani (4,4%).

Ma la stessa regola relativa alla povertà giovanile vale anche per l'Europa? In base ai dati assoluti, l’Italia è il terzo Paese dell’Unione ad aver incrementato il numero dei giovani in difficoltà. La Spagna, con un aumento di oltre 300mila unità in soli 5 anni fa segnare il record negativo, ma ci sono però anche Paesi che sono riusciti a ridurre il fenomeno della povertà giovanile, come Polonia (-328mila), Francia (-321mila) e Germania (-236mila).


Ma per "consolarci", va detto che il dato povertà è comunque generalizzato, e così anche nel 2016 in Italia aumenta l’incidenza della povertà che - per Caritas - riguarda ormai 4 milioni e 742mila persone (il 7,9% dei residenti), un totale di 1 milione e 619mila famiglie (il 6,3% dei nuclei familiari).

Oltre ai giovani (considerati tali con un'età fino ai 34 anni), ad ssere poveri sono i disoccupati o i nuclei il cui capofamiglia svolge un lavoro da "operaio e assimilato", le famiglie con figli minori e i nuclei di stranieri e misti.

Per quanto riguarda le persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, in Italia – secondo i dati Eurostat relativi al 2015, ultimo anno disponibile – sono 17 milioni 469mila pari a 28,8% della popolazione. Nell’Unione europea a 27 Paesi, invece, sono poco più di 117 milioni gli europei, con un'incidenza totale sulla disoccupazione pari al 23,3% della popolazione.


I 1.801 centri di ascolto Caritas presenti in 180 diocesi hanno registrato oltre il 40% di nuovi utenti. Nel 2016 sono state 205.090 le persone accolte ed sostenute. L'età media di costoro è di 43,6 anni e sono equamente suddivise tra uomini e donne. I ragazzi tra i 18 ed i 34 rappresentano il 22,7% del totale; tra gli italiani l’incidenza scende al 10,7%, tra gli stranieri arriva invece al 31,5%.

Rispetto alla composizione del nucleo, prevalgono le famiglie tradizionali con coniugi e figli (35,0%), seguite dalle singole persone (25,7%), in netto aumento rispetto al 2015. I senza dimora, che rappresentano complessivamente il 17,8% del totale, sono in crescita rispetto al 2015.

Il bisogno presentato con più frequenza anche nel 2016 è stato quello della povertà economica (76,7%), seguito dai problemi occupazionali (56,8%), dai problemi abitativi (24,1%) e familiari (14,0%). In ogni caso, solo il 39,7% degli assistiti ha manifestato difficoltà relative ad un singolo problema. Chiedono viveri, vestiario, accesso alla mensa, servizi di igiene personale, poi sussidi economici per il pagamento di bollette/tasse, canoni di affitto o spese sanitarie.


Gli interventi della Caritas a supporto di coloro che chiedono aiuto sono finanziati tramite i fondi dell'Otto per mille messi a disposizione dalla CEI e quelli provenienti dalle diocesi, per un importo complessivo di oltre 21,5 milioni di euro per il 2016.