- Insieme - I media ebraici hanno rivelato i termini respinti dal primo ministro dell'occupazione, Benjamin Netanyahu, nell'accordo di cessate il fuoco concordato lunedì dal movimento Hamas.

Secondo i media israeliani, quelli riportati di seguito sarebbero i punti che giustificherebbero gli Israeliani nel non dover giudicare credibile l'annuncio da parte di Hamas di aver accettato la proposta di cessate il fuoco. Secondo il governo di Tel Aviv...

  • Hamas non si è impegnata a rilasciare almeno 33 prigionieri israeliani, vivi o morti.
  • Hamas non ha accettato alcun veto israeliano sulla lista dei prigionieri palestinesi da rilasciare, presentata dal movimento.
  • Hamas si rifiuta che i prigionieri palestinesi siano rilasciati nella Striscia di Gaza o al di fuori della Palestina.
  • Hamas si impegna a rilasciare 3 prigionieri israeliani ogni settimana, mentre Israele chiede il rilascio di 3 prigionieri ogni 3 giorni.
  • Hamas propone che i primi 3 prigionieri israeliani vengano rilasciati il ​​terzo giorno dall'entrata in vigore dell’accordo. Ciò significa che i prigionieri israeliani rimarranno nelle sue mani fino alla fine della prima fase dell'accordo.
  • Israele non vuole avviare colloqui per un cessate il fuoco permanente il 16° giorno della prima fase del cessate il fuoco, come previsto nell'accordo.

Così, dopo che lunedì sera che il capo dell'Ufficio Politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha comunicato a Qatar ed Egitto il proprio sì alla proposta egiziana di cessate il fuoco a Gaza, Israele non solo ha proseguito i bombardamenti in "tutta" la Striscia, ma nella notte ha iniziato l'attacco di terra a Rafah, facendo entrare dal valico di Kerem Shalom i propri carri armati che si sono poi posizionati di fronte al valico di Rafah, la porta di ingresso/uscita verso l'Egitto.

La popolazione palestinese, a questo punto, è completamente assediata verso la Striscia, con i due valichi da dove affluivano gli aiuti umanitari per il sud adesso bloccati dalle operazioni militari in corso, mentre la quasi totalità di residenti e rifugiati, fino a 1,5 milioni di persone di cui quasi la metà sono bambini, si trova ancora in quell'area. Ieri, l'IDF aveva ordinato ai gazawi che risiedono nell'area di Rafah che guarda al confine con Israele di evacuare... ma dove avrebbero dovuto andare non gli è stato detto.

Il portavoce dell'Autorità Palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha pertanto fatto appello agli Stati Uniti a fare pressione su Israele, affinché fermi l'invasione, perché provocherebbe ulteriori sofferenze ai civili.

Un minimo barlume di speranza è rappresentato dal fatto che una delegazione israeliana, seppure non autorizzata a prendere alcun tipo di decisione, nelle prossime ore arriverà al Cairo per chiarimenti con i mediatori.

Finora, nessuna dichiarazione ufficiale da parte della Casa Bianca sull'invasione di Rafah e sul nuovo assedio di Gaza, in compenso l'amministrazione Biden -⁠ Harris ha comunicato di aver intensificato le azioni per contrastare l'antisemitismo nei campus universitari e proteggere  le comunità ebraiche... per consentir loro di promuovere e festeggiare il genocidio dei palestinesi. Quest'ultima parte la Casa Bianca non l'ha comunicata, ma è ciò che accade da mesi.