Dalla Festa del Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte risponde all’attacco del “Repetita iuvant” di Beppe Grillo:
Non è questione Grillo-Conte, ma una questione Grillo-comunità che vuole discutere. È un principio politico e giuridico. Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. È un principio antidemocratico. Se passa questo principio – e non vedo come possa passare – io non potrei esserci.
Ho sempre rispettato e continuo a rispettare il ruolo di fondatore del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo e nessuno deve mai trascurare il grande progetto e la grande realizzazione del Movimento, partito dal nulla e riuscito a catalizzare l’attenzione di tantissimi cittadini, a rispondere dei bisogni avvertiti nella società, altrimenti non si potrebbero spiegare i numeri impressionanti ottenuti nel corso di qualche anno.
Il tema è che dobbiamo interpretare i bisogni di oggi, non di 15-20 anni fa: se fosse possibile applicare la stessa ricetta dopo 20 anni, probabilmente non sarei stato chiamato e coinvolto io. Evidentemente c’è una ricetta che non funziona più.
Non sono qui a fare il leguleio, se ne occuperanno gli avvocati. Io sono qui a fare il leader di una comunità politica. Per quanto riguarda le questione legali non torno a fare l’avvocato, ci sono gli avvocati. C’è l’impegno di Grillo a non opporsi sul simbolo e credo che Grillo da garante lo rispetterà.
Insomma, Conte e Grillo hanno caricato i bazuca a pallettoni e sono pronti a spararseli addosso. E’ solo questione di tempo prima di conoscere l’esito della loro personalissima guerra. Ne resterà uno solo, oppure resteranno tutti e due con due partiti a loro immagine e somiglianza?