In un centro di educazione motoria a Roma, gestito dalla Croce Rossa Italiana, si è verificato un evento sconvolgente che ha portato agli arresti domiciliari di dieci operatori socio-sanitari ad opera del del Nucleo Investigativo dei carabinieri per aver inflitto ripetute violenze a due pazienti affetti da gravi patologie psico-motorie.

Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata dai vertici capitolini della stessa organizzazione di volontariato. Cinque degli indagati sono gravemente indiziati del reato di tortura, mentre per uno è stato ipotizzato il reato di violenza sessuale.

Le accuse rivolte agli operatori del centro sono state definite "veramente sconvolgenti" dal segretario nazionale UGL Salute, Gianluca Giuliano:

"Se confermate, queste accuse rappresentano un tradimento nei confronti dei cittadini più fragili, che si affidano a queste strutture in cerca di aiuto e protezione. In risposta a questi eventi, l'UGL ha chiesto l'installazione di dispositivi di videosorveglianza nei centri sanitari".

Gli accertamenti andranno avanti per stabilire se ci siano altre vittime.

Sconcerto anche da parte di Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio e in passato presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa:

"Apprendo con dolore e sconcerto dell'operazione portata avanti dall'Arma dei Carabinieri che ha condotto all'arresto di 10 operatori sociosanitari che prestavano servizio al Centro di Educazione Motoria gestito dalla Croce Rossa Italiana e di Roma. Gli indizi di reato- configurano condotte odiose e ripugnanti, emerse proprio a seguito delle denunce e dalle segnalazioni da parte del Comitato della Croce Rossa di Roma, che ringrazio per questo.Ho massima fiducia nelle forze dell'ordine e nei tantissimi volontari che operano quotidianamente per alleviare le sofferenze dei più fragili. Così come esprimo fiducia nei vertici della Croce Rossa Italiana e di Roma che sapranno porre in essere tutte le misure necessarie per ripristinare la dignità violata degli ospiti del CEM.La condotta orribile di alcuni dipendenti, se confermata, non potrà macchiare lo straordinario lavoro dei tantissimi volontari che quotidianamente si spendono nelle loro comunità. Auspico che la giustizia faccia il suo corso nel più breve tempo possibile e che coloro che dovessero essersi macchiati di reati così gravi, vengano puniti con il massimo rigore.A nome mio e della Giunta della Regione Lazio esprimo la vicinanza e la solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. È nostro dovere garantire che strutture destinate alla cura e alla riabilitazione siano luoghi di rispetto, sicurezza e dignità. Episodi del genere non devono più ripetersi. La tutela dei più fragili è un principio fondamentale della società e deve essere difeso".