Per il 14 giugno il governo ha proclamato una giornata di lutto nazionale. Tutte le bandiere italiane sulle facciate degli edifici pubblici sono state abbassate a mezz’asta, mentre le bandiere interne sono state rivestite con due strisce di velo nero. È bene ricordarlo, il lutto nazionale non è stato proclamato nemmeno per l’ex presidente del Consiglio Aldo Moro, politico integerrimo e vittima delle Brigate Rosse, e nemmeno per i veri eroi e servitori dello Stato come Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e altri ancora che ne avrebbero avuto diritto. Inoltre, con Silvio Berlusconi è la prima volta che viene deciso il lutto nazionale per un ex premier.
La falsa narrazione dei media ha avuto inizio immediatamente e la subiremo ancora per molto tempo: quotidiani, radio, televisioni, stanno facendo a gara tra loro per esaltare le straordinarie qualità di Berlusconi, sia a livello umano, politico e imprenditoriale, descrivendolo come un eroe nazionale, benefattore dell’umanità e grande statista, a cui hanno fatto da coro le lodi dei vertici politici istituzionali, primi tra questi quelli della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se dalla prima era naturale prevederlo, dal secondo ci saremmo aspettati un cordoglio sobrio e moderato e non un’esaltazione farneticante e servile del personaggio. Frasi come “è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi”, oppure “la leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana”, o ancora “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica”, non fanno onore a un capo di Stato e suonano come un’offesa per gli italiani informati e conoscitori delle vicende che hanno caratterizzato la vita di Berlusconi in quest’ultimo trentennio.
Se la morte, per la sua inconfutabile e definitiva cessazione del tutto, dà il diritto al silenzio e conseguentemente a sottacere la verità, non dovrebbe permetterne mai, invece, la sua mistificazione attraverso versioni artefatte e manipolate, così come sta avvenendo adesso con Berlusconi. Di fronte a tutto questo, non si può e non si deve stare zitti, diventa un dovere civico e sociale ribellarsi, contrattaccare chi prova spudoratamente e senza vergogna a cambiare le carte in tavola, a infarcire ogni frase, ogni scritto, ogni dibattito pubblico di menzogne e omissioni.