Cara famiglia PolG, cari amici, è con il cuore molto pesante che mia moglie e io vorremmo informarvi della scomparsa di nostro figlio, il fondatore e direttore creativo della Fondazione POLG, Frederik.Venerdì scorso, 28 febbraio, in occasione della "Giornata delle malattie rare", il nostro amato figlio ci ha chiamato nella sua stanza per parlargli un'ultima volta. Frederik ha trovato la forza e il coraggio di dire addio a ciascuno di noi a turno: suo fratello Alexander; sua sorella Charlotte; me; i suoi tre cugini, Charly, Louis e Donall; suo cognato Mansour; e infine, sua zia Charlotte e suo zio Mark. Aveva già detto tutto quello che aveva nel cuore alla sua straordinaria madre, che non lo aveva lasciato da 15 anni. Dopo aver regalato a ciascuno di noi i nostri addii, alcuni gentili, altri saggi, altri istruttivi, nel vero stile di Frederik, ci ha lasciati tutti insieme con un'ultima battuta di famiglia di lunga data. Anche nei suoi ultimi momenti, il suo umorismo e la sua sconfinata compassione lo hanno costretto a lasciarci con un'ultima risata... per tirarci su il morale.L'ultima domanda di Frederik, prima delle altre sue osservazioni, è stata: "Papà, sei orgoglioso di me?" Era riuscito a malapena a parlare per diversi giorni, quindi la chiarezza di queste parole era tanto sorprendente quanto il peso del momento era profondo. La risposta era molto facile e l'aveva sentita così tante volte... ma in quel momento aveva bisogno di rassicurazioni sul fatto di aver dato tutto ciò che poteva nella sua breve e meravigliosa esistenza e che ora poteva finalmente andare avanti.
Questo è quanto ha reso noto in queste ore la Fondazione PolG, nata per volontà del del Principe Roberto di Lussemburgo e della moglie Julia di Nassau, per supportare il figlio Federico, colpito dalla malattia che gli era stata diagnosticata all'età di 14 anni. La PolG è un disturbo genetico che priva le cellule del corpo di energia, causando a sua volta una progressiva disfunzione e insufficienza di più organi.
I mitocondri, spesso definiti le "centrali elettriche" della cellula, svolgono un ruolo vitale nel convertire il cibo in energia utilizzabile dal corpo. Oltre a questa funzione essenziale, questi organelli nascondono una peculiarità unica: possiedono un DNA proprio (mtDNA), la cui replicazione dipende da un enzima chiamato polimerasi γ, codificato dai geni POLG e POLG2 presenti nel DNA nucleare della cellula ospite. Quando questi geni subiscono mutazioni, il processo di replicazione del mtDNA si altera, innescando una cascata di disfunzioni con conseguenze devastanti per la salute.
Le mutazioni nei geni POLG e POLG2 compromettono la capacità dei mitocondri di produrre energia, portando a malattie mitocondriali note come disturbi PolG. Queste condizioni, che possono manifestarsi dalla prima infanzia all'età adulta, presentano sintomi eterogenei: dall'oftalmoplegia (paralisi dei muscoli oculari) alla debolezza muscolare, dall'epilessia all'insufficienza epatica. La variabilità clinica e il coinvolgimento multiplo di organi—come sistema nervoso, fegato e muscoli—rendono la diagnosi complessa e spesso ritardata.
Un tempo ritenute rare, le malattie mitocondriali colpiscono oggi circa 1 persona su 5.000 nel mondo, classificandosi come la seconda malattia genetica grave più frequente dopo la fibrosi cistica. Questo dato sottolinea l'urgenza di comprendere meglio i meccanismi alla base di queste patologie. La ricerca sulle mutazioni PolG, oltre a cercare soluzioni per i pazienti direttamente colpiti, sta contribuendo a illuminare processi biologici rilevanti per altre malattie.
Studiare la disfunzione mitocondriale nelle mutazioni PolG offre intuizioni preziose per condizioni apparentemente non correlate, come il morbo di Alzheimer, il Parkinson, il diabete, le cardiopatie e persino l'invecchiamento. I mitocondri, infatti, sono centrali nel metabolismo cellulare e nella regolazione della morte programmata delle cellule. Comprendere come le mutazioni PolG alterino questi processi potrebbe aprire la strada a terapie innovative per milioni di persone.
Nonostante i progressi della ricerca, per i pazienti PolG non esistono ancora trattamenti efficaci. Le loro vite sono segnate da un'inarrestabile degenerazione: perdita di autonomia, crisi epilettiche ricorrenti, e fallimento d'organo. Ogni giorno diventa una battaglia contro il declino fisico.
Crediti immagine: POLG Foundation