Trump giudica il voto di martedì 6 novembre per le elezioni di medio termine come un enorme successo...

Citando un passaggio di un libro del 2017 di Ben Stein, The Capitalist Code, Trump ricorda che "negli ultimi 105 anni solo 5 volte un presidente in carica è riuscito a incrementare il numero di seggi al Senato nelle elezioni di medio termine. Il signor Trump ha una ricetta magica. Quel personaggio ha la magia che gli esce dalle orecchie. È uno che fa incetta di voti in modo stupefacente. I repubblicani sono incredibilmente fortunati ad averlo dalla loro parte... Incredibilmente, nonostante abbia tutti i media contro che lo attaccano ogni giorno, lui tira fuori queste enormi vittorie."

Trump, in pratica, ha voluto far credere all'opinione pubblica che il voto di martedì sia stato per lui una vittoria... ma non è così. I democratici non hanno "asfaltato" Trump e la cosiddetta onda blu non ha spazzato via il "trumpismo". Però, dal punto di vista pratico, adesso per l'attuale presidente Usa, nonostante le sue dichiarazioni trionfalistiche, si prospettano molti problemi all'orizzonte.

Trump è soddisfatto per aver conservato la maggioranza al Senato. Anche se non tutti i seggi sono stati assegnati, ne mancano 4, i repubblicani hanno ottenuto la maggioranza raggiungendo, di nuovo, quota 51... con la possibilità di un ulteriore incremento.

Ma anche i democratici sono soddisfatti, perché, adesso, hanno conquistato la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti. Anche in questo caso, non tutti i seggi sono stati assegnati. Nonostante ciò, i democratici hanno già ottenuto 30 seggi in più dei repubblicani, ben oltre i 23 di cui avevano bisogno per ottenere, dopo 8 anni, la maggioranza dei 435 parlamentari che formano l'Aula.

Tra gli eletti alla Camera, molte sono le donne: almeno 99 su 237 candidate. E tra loro ci sono anche molte "prime donne" che faranno parte del Congresso: Alexandria Ocasio-Cortez, 29 anni, la donna più giovane; Rashida Tlaib, figlia di immigrati palestinesi e prima musulmana eletta; Sharice Davids, prima donna nativo-americana ad essere eletta.

Tra le sconfitte nel campo di democratici, da segnalare quelle di quattro senatori democratici in carica: Joe Donnelly nell'Indiana, Heidi Heitkamp nel Nord Dakota, Claire McCaskill nel Missouri e Bill Nelson in Florida.

Ed in Florida, è fallito anche il tentativo del democratico Andrew Gillum, sconfitto dal repubblicano Ron DeSantis, nel suo tentativo di diventare il primo governatore nero della Florida.

In compenso, il governatore repubblicano Kris Kobach, alleato di Trump, è stato sconfitto da un democratico in Kansas. E i democratici hanno anche conquistato i governatori negli Stati del Michigan e dell'Illinois.


Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos i voti dei democratici provengono in gran parte da donne e da giovani elettori di origine ispanica. Il 55% delle donne ha dichiarato di aver sostenuto nel 2018 un democratico nelle elezioni alla Camera, rispetto al 49% del 2014.

Anche gli elettori di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno sostenuto i Democratici per il 62%, mentre tale percentuale era del 54% nel 2014.


Che cosa accadrà adesso? Dal prossimo gennaio i nuovi parlamentari entreranno in carica e Trump, se vorrà approvare le sue leggi dovrà ottenere un appoggio bipartisan. Pertanto, per certo, dovrà "ridimensionare" le sue pretese, rispetto a quanto già finora non sia accaduto, con gli stessi repubblicani che hanno avuto a che ridire sulla riforma della sanità!

Potrà il bizzoso e infantile presidente Usa venire a compromessi per far approvare i suoi provvedimenti? In base a quello che si è visto finora, appare improbabile, se non impossibile.

Quel che è molto probabile è che questo voto da una parte porterà ad una impasse legislativa e dall'altra enfatizzerà le già tese contrapposizioni politiche aumentando la radicalizzazione all'interno dei due schieramenti... pro o contro Trump.