"Ma se fosse stato un giornalista dissidente russo, o iraniano, ad essere ucciso, fatto a pezzi o sciolto nell'acido, dopo essere entrato nel consolato del proprio Paese, cosa sarebbe successo? Le sanzioni sarebbero già partite o no? La comunità internazionale si sarebbe espressa con forza o no?
Qualcosa forse si sta muovendo, tuttavia l'Arabia Saudita gode ancora di un'assurda immunità. Perché? Perché compra armi in tutto il mondo, dagli USA all'Italia! E allora dei diritti violati in quel paese - salvo rare eccezioni - non importa a nessuno.
La maggior parte dei giornali italiani tace sull'atroce crisi umanitaria che sta vivendo la popolazione dello Yemen, ma è pronta ad accusare la Russia di qualsiasi efferatezza. Io continuo a sostenere che le sanzioni alla Russia non abbiano nulla a che vedere con i diritti umani in quel paese. Si tratta di geopolitica, punto.
E' nell'interesse dell'Italia e, a mio modo di vedere, del mondo intero, smetterla una volta per tutte con queste sanzioni e tornare a vedere la Russia come un interlocutore fondamentale anche in ottica di lotta al terrorismo internazionale.
L'Unione Europea prova a mostrare i muscoli (il cervello quando?) se l'Italia cerca una via diversa per uscire dal pantano economico, ma si è dimostrata suddita di interessi altrui quando ha imposto le sanzioni alla Russia."
Valeva la pena di riportarle per intero le parole in libertà della "coscienza" grillina rappresentata dal "battitore libero" Alessandro Di Battista.
L'assassinio di Jamal Khashoggi, di cui Di Battista si dimentica di ricordare il nome, è una vicenda che non ha appassionato molto l'opinione pubblica del nostro Paese, poco la stampa italiana e per nulla la politica.
Di Battista, però, se la prende con i giornali che, secondo lui, tacciono sulle atrocità dei sauditi in Yemen, mentre esagerano nei confronti di quanto la Russia ha fatto in Ucraina. Naturalmente, perché così si continua a vendere armi agli arabi... insomma, il solito complotto.
Può darsi che ci sia pure del vero nelle parole di Di Battista, però, l'infervorato sostenitore del verbo grillino, stavolta, si è distratto. Infatti a non parlare del delitto Khashoggi e dei rapporti da tenere con l'Arabia Saudita è stato proprio il "suo" Governo, quello guidato da Salvini e Di Maio.
L'Europa, del delitto Khashoggi se ne è accorta e Gran Bretagna, Francia e Germania, già lo scorso 14 ottobre, chiedevano "congiuntamente" e ufficialmente un'inchiesta credibile sulla sua morte.
"Ci deve essere un'indagine credibile per stabilire la verità su ciò che è accaduto e - se pertinente - per identificare coloro che hanno responsabilità per la scomparsa di Jamal Khashoggi, e assicurarsi che siano puniti", dicevano i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia e Germania in una dichiarazione comune.
"A tale riguardo, incoraggiamo gli sforzi congiunti di Arabia Saudita e Turchia e ci aspettiamo che il governo saudita fornisca una risposta completa e dettagliata. Abbiamo trasmesso questo messaggio direttamente alle autorità saudite", veniva riportato nella dichiarazione firmata dal britannico Jeremy Hunt, dal francese Jean-Yves Le Drian e dal tedesco Heiko Maas.
Gli stessi ministri, dopo l'ammissione da parte dei sauditi della morte di Khashoggi, il 21 ottobre invitavano nuovamente l'Arabia Saudita a chiarire l'accaduto... pretendendo una verità credibile, sostenuta da fatti concreti.
Anche in quel caso, la presa di posizione ufficiale ha riguardato Gran Bretagna, Francia e Germania. E l'Italia? No! Il Governo italiano non ha rilasciato finora alcuna dichiarazione autonoma. Solo il 23 ottobre, si è unito, per forza di cose, ai Ministri degli Esteri del G7 per chiedere ai sauditi "un'inchiesta esaustiva, credibile, trasparente e rapida in piena collaborazione con le autorità turche ed un resoconto completo e rigosorso delle circostanze che hanno portato alla morte del Sig. Khashoggi. I responsabili di questo crimine, dovranno risponderne davanti alla giustizia. L'Arabia Saudita deve prendere le misure necessarie affinché un fatto come questo non abbia mai più a ripetersi."
Quindi, considerati i suoi stretti legami con Di Maio e gli altri rappresentanti 5 Stelle al Governo, è consigliabile che Di Battista invii i suoi sermoni non al "popolo" di Facebook, ma direttamente ai ministri della sua maggioranza... i primi a non aver dato alcuna rilevanza all'omicidio Khashoggi.